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Trump e l’ombra dell’impeachment, si dimette Kurt Volker: era l’inviato Usa in Ucraina

Si è dimesso Kurt Volker, l’inviato speciale Usa in Ucraina, dopo lo scoppio dello scandalo ribattezzato Ucrainagate: sarebbe stato proprio lui a mettere in contatto Rudy Giuliani, ex sindaco di New York e avvocato personale di Trump, con un alto collaboratore di Zelensky, a cui l’inquilino della Casa Bianca avrebbe chiesto di indagare su Joe Biden e suo figlio Hunter. Intanto, procede a ritmo serrato la procedura di impeachment.
A cura di Ida Artiaco
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Kurt Volker (Getty).
Kurt Volker (Getty).

Cade la prima testa nella vicenda ribattezzata Ucrainagate, che sta travolgendo il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Si è infatti dimesso Kurt Volker, l'inviato speciale Usa in Ucraina. La notizia, diffusa dalla CNN, è arrivata il giorno dopo la diffusione della trascrizione di un telefonata, resa nota da uno 007-talpa, in cui l'inquilino della Casa Bianca ha chiesto al suo omologo di Kiev, Volodymyr Zelenskyj di indagare su Joe Biden e su suo figlio Hunter, prima di insabbiare il tutto. Sarebbe stato proprio Volker, così come confermato dal Dipartimento di Stato a stelle e strisce, a mettere in contatto Rudy Giuliani, ex sindaco di New York e avvocato personale di Trump, anch'egli coinvolto nello scandalo, con un alto collaboratore di Zelensky "su richiesta del consigliere presidenziale Andriy Yermak". Ha inoltre precisato che il legale "non parlava per conto del governo Usa".

Lo scandalo Ucraina e la telefonata tra Trump e Zelenskyj

Nella famosa telefonata tra Trump e Zelenskyj, avvenuta il 25 luglio scorso e la cui trascrizione è stata diffusa pochi giorni fa, l'ex tycoon ha chiesto al leader ucraino di contattare il ministro della giustizia Usa, William Barr, per discutere la possibile apertura di un‘indagine per corruzione su Joe Biden e suo figlio. "Fammi questo favore – ha detto il presidente Usa -. Qualunque cosa puoi fare, è importante che tu la faccia, se è possibile". Perché avanzare una richiesta simile? Joe Biden, ex vicepresidente Usa dal 2009 al 2017 sotto l'amministrazione Obama, potrebbe essere il rivale democratico dello stesso Trump alle elezioni presidenziali del 2020, mentre il figlio è un ex membro del board della società energetica ucraina Burisma Group il cui proprietario era stato indagato dalla procura locale. Zelenskij avrebbe dovuto collaborare con il suo avvocato personale, York Rudy Giuliani, e con il segretario alla giustizia, William Barr, per fare indagini sui Biden. "Giuliani – ha detto Trump nella telefonata – è un uomo altamente rispettato, è stato il sindaco di New York, un grande sindaco, e vorrei che ti chiamasse. Ti chiedo di parlarci assieme al procuratore generale. Lui è molto informato su ciò che è successo ed è un ragazzo in gamba. Se potessi parlarci sarebbe grandioso. L'ex ambasciatrice degli Stati Uniti era sgradevole, e così la gente con cui aveva a che fare in Ucraina, volevo che lo sapessi".

Il ruolo di Rudy Giuliani nell'Ucrainagate

Una delle figure centrali nello scandalo Ucraina è dunque quella dell'ex sindaco di New York, Rudy Giuliani. In un'intervista alla CNN, proprio Giuliani aveva fornito la sua versione spiegando che il 19 luglio scorso Volker lo contattò a proposito del fatto che avrebbe dovuto mettersi in contatto con uno dei principali consiglieri di Zelensky, Yermak. I due, dopo almeno due telefonate, si incontrarono a Madrid il primo agosto e Giuliani condivise tutti i dettagli di quelle conversazioni con il dipartimento di Stato, e in particolare con Volker. A fine agosto, il dipartimento di Stato Usa ha riconosciuto che l'inviato in Ucraina mise il consigliere di Zelensky, Andriy Yermak, in diretto contatto con Giuliani, ma aveva ribadito che "quest'ultimo è un cittadino privato e agisce come avvocato del presidente Trump" e "non parla per conto del governo Usa". La sua posizione resta molto difficile, ma ha fatto sapere che non testimonierà al Congresso nell'indagine di impeachment senza consultarsi con il tycoon e ha sostenuto che il suo lavoro dovrebbe essere protetto dal privilegio che tutela i rapporti tra avvocato e cliente. Infine, sempre Giuliani ha deciso intanto di rinunciare alla partecipazione come speaker a pagamento ad un evento in Armenia sponsorizzato dal Cremlino, al quale avrebbe dovuto partecipare anche Vladimir Putin.

Procedura di Impeachment contro Trump: accuse entro fine ottobre

Proprio la procedura di impeachment, cioè la messa in stato di accusa del presidente Trump, procede a ritmo serrato, dopo l'annuncio dell'avvio dell'operazione fatto dalla speaker dem della Camera, Nancy Pelosi, poche ore prima che venisse diffusa la trascrizione della telefonata tra l'ex tycoon e Zelenskyj. Per i democratici, infatti, non ci sarebbero dubbi: ci sarebbe stato un abuso di potere da parte del leader Usa quando ha chiesto a Zelensky di indagare sul suo rivale politico Joe Biden, in corsa per la nomination dem in vista delle presidenziali del 2020. Ora,i presidenti di tre commissioni della Camera hanno emesso un mandato perché il segretario di stato Mike Pompeo fornisca al Congresso entro il 4 ottobre i documenti relativi all'interazione di Trump con Zelensky nell'ambito dell'indagine di impeachment sul presidente. Tra il 2 e il 10 ottobre invece sono state fissate le deposizioni di cinque dirigenti del dipartimento di Stato, tra cui Volker. Infine, le accuse ufficiali dovrebbero essere redatte entro la fine di ottobre.

Telefonate nascoste tra Trump e Putin

Intanto, sempre la CNN ha rivelato che la Casa Bianca avrebbe nascosto in registri separati, come avvenuto per Zelensky, anche le trascrizioni delle telefonate del presidente Trump con il presidente russo Putin e il principe coronato saudita Mohammed bin Salman (Mbs). In particolare, con quest'ultimo ci sarebbe stata una conversazione dopo l'omicidio del giornalista saudita dissidente Jamal Khashoggi che l'intelligence americana ha attribuito a Riad.

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