Tre anni fa moriva la Regina Elisabetta, Sabadin a Fanpage: “Così Carlo sta cambiando la monarchia britannica”

Sono passati tre anni dalla morte della regina Elisabetta II, un fatto che ha segnato profondamente la storia del Regno Unito e, allo stesso tempo, del mondo intero. Sul trono oggi siede suo figlio, re Carlo III, che, oltre a portare sulle spalle le responsabilità della Corona, sta affrontando il percorso di cura per il cancro.
Per fare un bilancio sui tre anni del nuovo monarca, dopo la dipartita di una regina che ha attraversato 70 anni di regno e di storia, partecipando alla Seconda Guerra Mondiale e assistendo alla fine dell'Impero Britannico, Fanpage.it ha intervistato il giornalista Vittorio Sabadin, autore di "Elisabetta, l'ultima regina" e "Carlo. Il principe dimenticato".
"Carlo è stato molto bravo, nel senso che partiva da una posizione estremamente svantaggiata. – ci spiega – Non dobbiamo dimenticare che lui e Camilla sono stati tra i personaggi più impopolari della Gran Bretagna per un certo periodo".
La difficile posizione di Re Carlo III dopo la morte della Regina Elisabetta
"Per arrivare nella posizione che occupa oggi, ottenendo anche un grande rispetto da parte della gente, è stata una strada in salita molto impervia. Carlo sta interpretando il suo compito, quello di un sovrano che deve far transitare la monarchia britannica nell'era moderna, cosa difficile ma indubbiamente necessaria", aggiunge Sabadin.

I sondaggi, infatti, come osserva l'esperto, hanno rivelato che mentre le persone che hanno una certa età sono ancora favorevoli alla monarchia, i più giovani non la considerano più così importante per il Regno Unito.
"Si tratta di fare questa transizione nel modo migliore, cosa che Carlo sta facendo con grande fatica perché, ovviamente, sappiamo tutti che è malato, ha un tumore, e sappiamo che anche Kate (Middleton, la moglie dell'erede al trono, William, ndr) deve fare attenzione alla salute".
Il momento di debolezza che sta attraversando la Royal Family
In questo momento la Royal Family sta infatti vivendo una fase di profonda debolezza "proprio per la mancanza di un numero sufficiente di persone attive che siano in grado di occuparsene e di presenziare agli eventi, quindi è una situazione molto difficile".
Anche la regina Elisabetta e i suoi genitori avevano avuto problemi di salute "ma erano stati accuratamente nascosti al grande pubblico, proprio per dare l'impressione che il monarca fosse un essere risparmiato dalle angustie dei sudditi. Ogni volta che c'era un problema, non se ne parlava", ricorda Sabadin.

Al padre di Elisabetta venne asportato un polmone ma la cosa fu resa pubblica solo dopo la sua morte, così come accadde per la madre che fu operata per due volte di tumore. E la stessa Elisabetta ha tenuto sempre nascosti i suoi problemi di salute.
"Diciamo che una grande differenza tra i due regni è stata l'apertura con la quale sia Kate che Carlo hanno trattato la loro malattia – prosegue ancora l'esperto – facendo partecipare la popolazione. Da un lato, è una scelta giusta e coraggiosa perché entrambi hanno insistito molto sulla prevenzione, ma dall'altro, come dire, indebolisce quell‘immagine mitica".
Il bilancio positivo dei sudditi sul regno di Carlo III dopo Elisabetta II
Secondo Sabadin, però, il giudizio dei sudditi su questi tre anni del regno di Carlo III è "assolutamente positivo perché è una persona intelligente, preparata, sensibile, ha moltissime qualità che sono state oscurate dai racconti di Diana, in cui veniva dipinto come marito infedele, una persona che non si occupava dei figli, un violento, inadatto a diventare re".
Si è dimostrato, inoltre, un sovrano moderno, al passo con i tempi, impegnandosi in diverse cause, come quelle della difesa dell'ambiente, ed esprimendo opinioni forti e personali su tanti temi. A Sabadin chiediamo anche quale sia il lascito di Elisabetta II, cosa ha rappresentato per la monarchia britannica e il mondo intero.
Lui risponde: "Penso che sia stato il fatto che infondeva sicurezza, il suo lato migliore era proprio questo. Ogni volta che interveniva su qualcosa dava sempre l'impressione di essere una persona che aveva visto tutto, la guerra, le crisi economiche, aveva visto cadere i governi e situazioni internazionali pazzesche".

"Ma lei era in grado di dire ogni volta che queste cose che capitano e ci angustiano ogni giorno sono già accadute nel passato e che le abbiamo sempre superate", aggiunge.
"Da questo punto di vista forse il suo intervento più bello, che tutti ancora oggi ricordano, è quello che fece quando ci fu la pandemia di Covid. – spiega ancora Sabadin – Disse: ‘Torneranno giorni migliori, rivedremo i nostri amici', citando una canzone ‘We'll meet again‘, (in italiano, ‘Ci incontreremo di nuovo', ndr), la più popolare durante la seconda guerra mondiale".
"La cantavano i soldati nella speranza che presto avrebbero potuto incontrare di nuovo le fidanzate, le mogli, i genitori e i loro amici. Era questa pacatezza, la capacità di mettere ogni problema nella sua giusta dimensione, sapendo che ogni problema, anche se duro da affrontare, passa, a renderla una figura importante".