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Stephanie violentata e strangolata sulla strada per andare a scuola, il caso risolto dopo 32 anni

Il caso riguardante la morte di Stephanie Isaacsons è rimasto irrisolto per 32 anni. Ora, grazie all’utilizzo di una nuova tecnologia per il sequenziamento del genoma, la polizia di Las Vegas ha individuato un colpevole. Darren Marchand, colpevole dell’omicidio, si suicidò nel 1995 all’età di 29 anni.
A cura di Gabriella Mazzeo
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La mattina del 1 giugno del 1989, Stephanie Isaacsons è uscita di casa come ogni mattina per raggiungere il suo liceo di Las Vegas a piedi. Quel giorno, però, non arrivò mai in classe: il suo corpo fu ritrovato lungo una strada deserta, senza vestiti e con segni riconducibili a uno strangolamento. Per 32 anni il caso è rimasto irrisolto fino a quando, nove mesi fa, un laboratorio di Las Vegas  si è offerto di effettuare delle nuove analisi sulle tracce di DNA individuate al tempo sulla t-shirt della 14enne uccisa. Pochi giorni fa il dipartimento di polizia locale ha annunciato di aver identificato con successo l'aggressore abbinando grazie a nuove tecnologie le 15 cellule individuate sulla t-shirt della ragazzina alla persona di Darren Marchand, morto suicida nel 1995.

Secondo quanto accertato dalle forze dell'ordine, infatti, il 29enne è morto suicida sette anni dopo aver compiuto il delitto. Pertanto non vi sarà alcuna condanna. La risoluzione del caso però ha trasmesso nuova serenità ai parenti della 14enne uccisa che non si erano mai dati pace. "Sono felice che sia stata chiarita l'identità dell'assassino – ha scritto la madre della giovane Stephanie in una lettera letta pubblicamente dal tenente Ray Spencer durante una conferenza stampa -. Non credevo che il caso potesse essere risolto e dopo 32 anni non ci speravo più. Purtroppo non è una vera fine per questa vicenda, ma almeno abbiamo un nome e un'identità. Siamo consapevoli però che nulla ci restituirà nostra figlia".

Il sequenziamento del genoma ha contribuito alla risoluzione di diversi casi negli ultimi anni. In particolare, questa nuova tecnologia ha permesso l'identificazione nel 2018 del Golden State Killer che ha ucciso 12 persone e ha violentato 45 donne in California tra il 1976 e il 1986.

La dinamica del delitto

La mattina del 1 giugno del 1989, Stephanie non si presentò a scuola. Il padre della ragazzina si preoccupò quando non la vide rientrare il pomeriggio, al termine delle lezioni. Il personale scolastico gli disse di non aver visto la quattordicenne e che la giovane non era mai entrata in classe. A quel punto i genitori di Isaacson chiamarono la polizia per denunciare la scomparsa della minore. Verso le 20.40 dello stesso giorno, gli agenti individuarono alcuni degli effetti personali della 14enne in una strada deserta poco lontano dalla sua abitazione. Qui fu ritrovato anche il cadavere, 25 metri più lontano dal sentiero che percorreva ogni mattina. Durante le indagini, la polizia ha individuato diversi sospettati che poi però si sono rivelati innocenti. Nel 1998 il laboratorio forense ha tentato di analizzare di nuovo le tracce di DNA, senza però ottenere alcun successo. Un nuovo tentativo effettuato nel 2007 ha portato all'individuazione di 15 cellule che però non sono mai state abbinate a una persona in carne e ossa. La svolta inattesa è arrivata 9 mesi fa, con l'aiuto di un laboratorio specializzato nel sequenziamento del genoma. Secondo i controlli effettuati, Marchand aveva precedenti penali nell'area di las Vegas. Nel 1986 era già stato arrestato con l'accusa di aver strangolato a morte una 24enne del posto. Il caso poi fu archiviato per mancanza di prove. Nove anni dopo, Marchand si suicidò.

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