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Sottomarino scomparso a Bali: continuano le ricerche. Ossigeno in esaurimento per l’equipaggio

Continuano senza sosta le ricerche del sottomarino KRI Nanggala 402 disperso dal 21 aprile al largo di Bali. Questa mattina le navi della marina indonesiana hanno trovato un oggetto non identificato a una profondità di 50-100 metri ma non vi è certezza che possa essere il sottomarino a bordo del quale ci sono 53 persone per le quali cresce la preoccupazione: secondo l’ammiraglio Margono infatti l’ossigeno si esaurirà entro le 3 della mattina di sabato.
A cura di Chiara Ammendola
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Si fa sempre più drammatica la situazione del sottomarino KRI Nanggala 402 scomparso al largo di Bali il 23 aprile. Le ricerche continuano senza sosta e questa mattina le navi della marina indonesiana hanno trovato un oggetto non identificato a una profondità di 50-100 metri. A bordo ci sono 53 persone per le quali cresce la preoccupazione: secondo l'ammiraglio Margono infatti l'ossigeno si esaurirà entro le 3 della mattina di sabato.

Individuato un oggetto durante le ricerche

A riportare la notizia del ritrovamento di un frammento in mare è il Guardian secondo cui però non vi è certezza che si tratti proprio del sottomarino. Intanto le ricerche proseguono senza sosta: Joko Widodo, il presidente dell'Indonesia, ha richiesto l'intervento di navi della marina, sottomarini e aerei che negli ultimi due giorni hanno perlustrato l'intera area in cui è stato avvistato il sottomarino l'ultima volta. Stando a quanto si apprende sarebbe in arrivo anche una nave per studi idro-oceanografici dotata di capacità di rilevamento subacquei mentre il portavoce del Pentagono John Kirby ha fatto sapere che l'esercito americano ha annunciato di essersi unito alle ricerche e invierà una squadra aviotrasportata per aiutare l'Indonesia a localizzare il sottomarino disperso.

Il sottomarino KRI Nanggala 402 intrappolato a 700 metri di profondità

Il sottomarino KRI Nanggala 402, scomparso il 21 aprile, potrebbe essere sceso fino a 700 metri, una profondità superiore rispetto a quella per la quale è stato costruito. Secondo Widjojono il serbatoio del carburante potrebbe essere stato danneggiato dalla pressione dell'acqua. Effettivamente, attraverso la ricerca aerea invece sono state trovate delle fuoriuscite di petrolio nella zona in cui il sottomarino si era immerso. Non era mai accaduto prima dopo che l’Indonesia perdesse uno dei suoi sottomarini, come ha ammesso alla Bbc un portavoce della Marina. Ma incidenti analoghi si sono verificati in più occasioni. Uno dei più gravi fu quello del K-141 Kursk, il sottomarino nucleare russo impegnato in un’esercitazione militare nel mare di Barents e affondato il 12 agosto 2000 a seguito dell’esplosione di due dei siluri con i quali era equipaggiato. Tra i 118 membri dell’equipaggio non ci fu nessun sopravvissuto. Molti persero la vita subito dopo l'incidente altri sopravvissero qualche giorno nonostante i tentativi russi di soccorso. Quando finalmente una nave norvegese riuscì ad agganciare il sottomarino era troppo tardi.

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