Sopravvive sul barcone senza acqua né cibo per 22 giorni: la storia della migrante 17enne Aicha
"Non avevamo neanche più la forza di buttare i corpi in mare". Un racconto che fa venire i brividi quello di Aicha, una 17enne della Costa d'Avorio sopravvissuta insieme ad altre due persone per 3 settimane senza acqua né cibo, a bordo di una fatiscente piccola imbarcazione di legno, a un viaggio verso la Spagna iniziato in Mauritania e costato la vita a ben 56 persone. A raccontarlo è stata la BBC. Il 26 aprile scorso l'equipaggio di un elicottero dell'aeronautica spagnola ha avvistato il natante a 500 km a sud-ovest dell'isola di El Hierro, nell'arcipelago delle Canarie. I militari si sono trovati di fronte a una scena terribile: Aicha e le sole altre due persone ancora in vita insieme a lei erano circondate da cadaveri. 24 corpi, si sarebbe calcolato in seguito. 32 erano già finiti nell'oceano. È la più grave tragedia registrata su questa rotta migratoria, una delle più pericolose verso l'Europa, dal 2009, come riporta la BBC.
Sono passate quasi tre settimane da quando si è scoperta quella "fossa comune in mezzo al mare", come l'ha descritto la scena il caporale Juan Carlos Serrano, e Aicha sta meglio. Nella sua intervista alla Bbc, la ragazza, il cui cognome non è stato diffuso, ha fornito altri dettagli. "Due giorni dopo la partenza non avevamo più né acqua né cibo. A bordo c'erano uomini che non riuscivano più a stare in piedi e gridavano per la sete".
Il barcone sarebbe partito dalla Mauritania tra il 4 e il 5 aprile con 42 litri d'acqua a bordo, meno di mezzo litro a testa, e cibo sufficiente al massimo per i tre o quattro giorni necessari solitamente per raggiungere l'isola di Gran Canaria. Ma qualcosa non è andato secondo i piani: l'imbarcazione era completamente fuori rotta quando è stata trovata. Nel frattempo, parte dei migranti a bordo sono morti di fame e sete, mentre altri si sono gettati in mare. Le autopsie dei cadaveri a bordo hanno determinato che queste persone sono morte nell'ultima settimana prima del ritrovamento. Secondo i media spagnoli, non sono ancora stati seppelliti: il tribunale responsabile del caso vorrebbe mettersi in contatto coi familiari per evitare che finiscano in fosse comuni.