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Sequestrata da due fratelli e costretta a prostituirsi incinta: salvata dalla polizia

Le avevano promesso un lavoro in fabbrica ma quando è arrivata dalla Romania l’hanno rinchiusa dentro quattro mura, picchiata e costretta ad aver rapporti con quindici uomini al giorno. Dopo mesi di sofferenze la ragazza, rimasta incinta, è riuscita a chiedere aiuto alla famiglia ed è stata salvata dalla polizia. Oggi è libera e, malgrado le violenze, ha dato alla luce un bambino sano.
A cura di Angela Marino
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L'avevano aiutata a trasferirsi dalla Romania con la promessa di un lavoro in fabbrica, ma una volta nelle loro mani l'hanno costretta a prostituirsi. Rinchiusa dentro quattro mura, picchiata e costretta ad aver rapporti con quindici uomini al giorno, la ventenne, rimasta incinta, è riuscita a salvarsi mettendosi in contatto con la famiglia con l'aiuto di un cliente. La terribile storia è andata in scena nel Regno Unito, dove oggi, con l'accusa di riduzione in schiavitù, Ilcic Dumitru, 19 anni, e Ioan Dumitru, 24 anni, sono stati condannati a rispettivamente a 15 e 16 anni di carcere.

Questa storia dell'orrore ha avuto inizio lo scorso mese di aprile, quando i due fratelli hanno fatto venire dalla Romania, nel Regno Unito. L'hanno accolta all'aeroporto di Londra, dove subito le hanno preso il passaporto e i documenti di viaggio in modo che non potesse lasciare il Paese. Dopodiché le hanno dato un sacchetto con salviette e preservativi intimandole di prostituirsi, altrimenti le avrebbero ‘spaccato la testa'. ‘Non sono in grado, non so come si fa' aveva protestato lei per sentirsi rispondere che avrebbe ‘imparato'. Con la violenza e le minacce l'hanno costretta a prostituirsi anche nei giorni seguenti ed è stato proprio durante uno dei primi incontri che la ventenne è rimasta incinta. Nonostante fosse tenuta praticamente sequestrata la ragazza aveva deciso di dare alla luce il bimbo, malgrado un tentativo della coppia di fratelli di farla abortire. Incinta, e tenuta segregata in una casa a Plumstead, nel sud est di Londra, dove vivevano altre due donne rumene e costantemente sorvegliata dai due, la ragazza è stata costretta ad avere decine di rapporti al giorno, senza poter chiedere aiuto. Un giorno un cliente le chiese della sua famiglia in Romania e dopo aver sentito il racconto di come fosse tenuta lontana da loro, senza neanche poter parlare con loro, ha deciso di aiutarla. Si è presentato all'incontro successivo con un piccolo telefono cellulare, con il quale la giovane donna ha potuto contattare la sua famiglia nella sua terra natale, che immediatamente ha allertato l'ambasciata.

A occuparsi del caso sono stati due ufficiali rumeni distaccati nel Regno Unito e di concerto con la una polizia locale sono riusciti ad arrestare i due fratelli con le accuse di droga e riduzione in schiavitù. Entrambi sono stati condannati dopo essersi dichiarati colpevoli. "Spero che abbia un po' di pace dopo aver saputo che questi uomini saranno dietro le sbarre per molto tempo" ha detto l'ispettore Grant Anderson, della Modern Slavery and Child Sexual Exploitation Unit. Dopo essere stata salvata la ragazza ha dato alla luce un bimbo sano.

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