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Secondo l’Ocse c’è incertezza sull’evoluzione del Covid: “Rischio nuove varianti più contagiose”

Secondo l’Ocse, la maggior parte del mondo tornerà a livelli di crescita pre pandemici alla fine del 2022, ma sarà una ripresa irregolare: “Resta una sostanziale incertezza sull’evoluzione del virus. C’è la possibilità di nuove varianti più contagiose e letali che siano più resistenti ai vaccini esistenti, a meno che vaccinazioni efficaci non siano rapidamente e completamente diffuse ovunque”.
A cura di Ida Artiaco
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"Resta una sostanziale incertezza sull'evoluzione del virus. C'è la possibilità di nuove varianti più contagiose e letali che siano più resistenti ai vaccini esistenti, a meno che vaccinazioni efficaci non siano rapidamente e completamente diffuse ovunque". È quanto ha affermato l'Ocse nel nuovo Outlook. Secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico "nuovi contagi richiederebbero un nuovo round di rigide misure di contenimento, con costi economici associati legati alla minore fiducia e spesa". In particolare, per l'Ocse "è molto preoccupante che i vaccini non siano ancora sufficientemente diffusi nelle economie emergenti e a basso reddito. Questo sta esponendo queste economie a una minaccia fondamentale perché hanno meno capacità politica di sostenere attività rispetto alle economie avanzate. Un nuovo indebolimento della crescita guidato dal virus sarebbe più difficile da attutire, con conseguente ulteriore aumento della povertà acuta e potenzialmente problemi di finanziamento". Questo, si conclude, "è tanto più preoccupante perché, nonostante l'impatto su vite e mezzi di sostentamento, il costo economico e sociale globale del mantenimento delle frontiere chiuse supera di gran lunga i costi di rendere i vaccini, i test e le forniture sanitarie più ampiamente disponibili per questi paesi".

"Economia tornerà a livelli pre-pandemia nel 2022"

Tuttavia, le prospettive non sono così negative. La maggior parte del mondo tornerà a livelli di crescita pre pandemici alla fine del 2022, ha sottolineato Laurence Boone capo economista dell’Ocse commentando l’Economic Outlook dell’organizzazione parigina. Ma la ripresa sarà, per l'appunto, "irregolare". L’economia globale infatti, osserva Boone, "resta comunque al di sotto del suo percorso di crescita pre-pandemia e in troppi paesi dell’Ocse gli standard di vita alla fine del 2022 non saranno tornati al livello previsto prima della pandemia". L'Ocse prevede ora che il Pil mondiale aumenterà del 5,8% nel 2021 e del 4,4% nel 2022 dopo essere calato del 3,5% nel 2020. A marzo le stime erano rispettivamente per un incremento del 5,6% nel 2021 e del 4% nel 2022. La stima per i paesi Ocse invece è di un +6,3% quest'anno e di un +4,7% il prossimo mentre per l'Eurozona gli economisti dell'organizzazione vedono una crescita al 4,3% nel 2021 e al 4,4% nel 2022.

Cresce l'economia in Italia: +4,5% nel 2021

Per quanto riguarda l'Italia, migliorano le stime dell'Ocse per l'economia, ma per recuperare le categorie più deboli del mercato del lavoro, i giovani e le donne, bisognerà aspettare ancora un anno. La crescita italiana secondo il nuovo Outlook segnerà un incremento del 4,5% nel 2021, grazie anche all'accelerazione impressa dall'introduzione del vaccino; più 4,4% nel 2022. A marzo la stima era stata rispettivamente del +4,1% e +4%. Solo nella seconda metà del 2022 però si tornerà ai livelli di Pil del 2019. Al momento a essere ripartita è soprattutto l'industria, ma "la forte produzione manifatturiera contrasta con la debolezza dell'attività nei settori dei servizi ad alta intensità di contatto", rileva l'organizzazione. Non bene neppure il turismo, "che nel 2019 rappresentava il 6,4% del Pil, ha continuato a contrarsi, in particolare per quanto riguarda i voli aerei e i pernottamenti. La spesa delle famiglie è stata pesantemente influenzata dalla fiducia e dalle restrizioni dell'attività". Oltre ai vaccini, nel nostro Paese avranno l'effetto di accelerare la ripresa anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza e le riforme, come quelle sulla semplificazione. "Un ambiente normativo più semplice e snello, che sostenga la concorrenza, in particolare nei settori dei servizi, incoraggerebbe l'occupazione e gli investimenti", si legge.

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