2 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Quasi un miliardo di persone nel mondo soffre (ancora) la fame: tra le cause principali c’è la guerra

I risultati del rapporto “No matter who’s fighting, hunger always wins” di Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale specialista contro fame e malnutrizione infantile: l’85% dei 258 milioni di persone in condizioni di crisi alimentare vive in un paese in conflitto. Per 117 milioni le guerre rappresentano la causa principale e diretta della fame”.
A cura di Ida Artiaco
2 CONDIVISIONI
Immagine

Le guerre e i conflitti armati rappresentano la causa principale della fame nel mondo, un problema che affligge ben 828 milioni di persone, tra cui bambini. Sono questi i numeri da cui parte il rapporto “No matter who’s fighting, in war hunger always wins”, appena pubblicato e realizzato da Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale specialista contro fame e malnutrizione infantile che ha rivolto un appello ai leader mondiali chiedendo di agire sull’escalation di violenza che sta contribuendo al rapido aumento di questa vera e propria piaga.

I numeri dell'insicurezza alimentare nel mondo

Nonostante il 24 maggio 2018, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite abbia adottato all'unanimità la Risoluzione 2417 sulla protezione dei civili, che riconosce il legame tra conflitto e fame e classifica l'uso della fame come arma di guerra come crimine di guerra, la fame causata dai conflitti è aumentata.

I numeri sono allarmanti: 828 milioni di persone sono colpite da insicurezza alimentare nel mondo (SOFI 2022). Di queste, 339 milioni di persone (1 su 23) necessiteranno di aiuto umanitario nel 2023. A pagare il prezzo più alto sono i bambini: il 45% dei decessi tra i soggetti di età inferiore ai cinque anni è legato alla malnutrizione e più di 2 milioni di bambini muoiono ogni anno per malnutrizione.

Cosa c'entrano la guerra e i conflitti armati con la fame

Sono 258 i milioni di persone colpite da insicurezza alimentare acuta nei 56 Paesi interessati da crisi alimentari analizzati dal  Global Report on Food Crises (GRFC) 2023. L'85% di queste persone vive in aree di conflitto.

Parlando in termini numerici, 117 milioni di persone soffrono la fame come causa diretta della guerra. Basti pensare che nel 2022 tutti i 7 Paesi colpiti da carestia – ovvero Somalia, Sud Sudan, Yemen, Afghanistan, Haiti, Nigeria e Burkina Faso – si trovavano in condizioni di conflitto o di insicurezza interna.

Immagine

I conflitti dunque sono rimasti la causa principale per quanto riguarda il numero di persone che si trovano ad affrontare livelli elevati di insicurezza alimentare, andando anche a peggiorare le crisi economiche, agendo non solo direttamente ma anche indirettamente sull’aumento della fame nel mondo: nel 2022, infatti, i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati di oltre il 10% in 38 Paesi che stavano già vivendo crisi alimentari, come ad esempio il Sudan, il Sud Sudan e Haiti. Allo stesso tempo sempre nel 2022 un numero significativo di Paesi ha anche affrontato una svalutazione monetaria anormalmente rapida, che ha eroso la sicurezza alimentare di milioni di persone.

La fame come arma di guerra

A inizio 2023 erano 110 i conflitti attivi nel mondo. Sempre a inizio anno, 19 Paesi nel mondo presentavano livelli elevati o estremi di conflitto armato (ACLED). Di questi, 11 erano stati identificati come “hotspot della fame” fa FAO e PAM nel 2022. Come la guerra influenza il problema della fame? Prima di tutto, ostacolando l'accesso ai campi e ai pascoli: si consideri che l'80% delle persone più povere del mondo vive in aree rurali e quindi dipende in larga misura dall'agricoltura; che la maggior parte dei Paesi interessati da conflitti ha un’economia dipendente dall’agricoltura e che anche dopo la fine di un conflitto, spesso le persone non riescono a tornare a coltivare i propri terreni, a causa degli espropri.

Ancora, distruggendo o saccheggiando i raccolti e i mezzi di produzione e ostacolando l'accesso umanitario e ai mezzi essenziali di sopravvivenza. Il blocco intenzionale di porti e strade e la conseguente interruzione del commercio e dell'assistenza umanitaria può generare infatti gravi situazioni di fame e malnutrizione. I 10 Paesi con il maggior numero di attacchi contro gli operatori umanitari sono anche alcuni dei Paesi con i più alti livelli di insicurezza alimentare, tra cui: Afghanistan, Repubblica Centrafricana, repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Mali, Myanmar, Nigeria, Sud Sudan e Siria.

Cosa fare: l'appello di Azione contro la Fame

Azione contro la Fame ha pertanto fatto un appello alla comunità internazionale ad agire con urgenza: tra le azioni richieste, l'attuazione della Risoluzione 2417 e le sanzioni contro l’uso della fame come arma di guerra; la possibilità di garantire alle persone l'accesso al cibo durante i conflitti e l'aumento delle possibilità nella costruzione della pace e nella protezione dei civili dall'impatto dei conflitti.

"I conflitti sono la principale causa di fame nel mondo, eppure sia i conflitti che la fame sono prevenibili. Ed è questo che li rende ancor più inaccettabili – ha dichiarato Simone Garroni, direttore di Azione contro la Fame – l'allarmante recrudescenza della fame nel mondo va di pari passo con il numero e l'intensità crescenti dei conflitti armati e con la palese inosservanza del diritto umanitario internazionale da parte dei belligeranti. Esortiamo gli Stati membri delle Nazioni Unite, a cominciare dal Governo italiano, a usare la propria influenza e i propri fondi per accertare le violazioni del diritto internazionale ad opera delle parti in guerra, per garantire un accesso umanitario sicuro alle comunità in difficoltà, e per costruire la pace e la sicurezza alimentare a livello globale".

2 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views