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Sacri abusi, storie di preti pedofili

Preti pedofili, il priore della Comunità di Taizè denuncia 5 casi: “Vergogna e profondo dolore”

La denuncia di almeno 5 casi di abusi su minori è stata presentata da Frère Alois, priore della comunità monastica ecumenica internazionale di Taizé, che ha inviato una lettera in Vaticano, sottolineando di provare “vergogna e profondo dolore” per quanto sofferto da alcune vittime a causa di tre fratelli del gruppo tra gli anni Cinquanta e Ottanta: “Nostro dovere parlarne”.
A cura di Ida Artiaco
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Frère Alois (Getty).
Frère Alois (Getty).
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Vergogna e profondo dolore. Con questi sentimenti Frère Alois, priore della comunità monastica ecumenica internazionale di Taizé, fondata nel 1940 in Francia con lo scopo di accompagnare spiritualmente i giovani cristiani, ha deciso di scrivere una lettera per denunciare 5 casi di abusi su minori e altre aggressioni verificatisi da parte di 3 fratelli, due dei quali morti più 15 anni fa, che facevano parte del gruppo. I fatti, si legge nella missiva, sarebbero avvenuti tra gli anni Cinquanta e Ottanta, come riporta il portale Vatican News. "Con grande tristezza – continua il priore – sono venuto a conoscenza di casi implicanti dei fratelli e, anche se sono di anni fa, abbiamo pensato, in comunità, di doverne parlare".

Un vero e proprio fulmine a ciel sereno la sua denuncia, se si considera che la comunità di Taizé viene raggiunta ogni anno, sulle colline francesi, da centinaia di giovani che, in arrivo da tutta Europa  e appartenenti alle varie chiese cristiane, intendono fare un percorso di formazione spirituale, con preghiere e meditazioni. Eppure, anche questo luogo, fondato ormai più di 60 anni fa da Frère Roger, sarebbe stato in passato teatro di gravi fatti di pedofilia. "Quando sono stato informato di queste accuse – ha scritto Frère Alois –, il mio primo passo è stato quello di ascoltare, con altri fratelli, le vittime, nel rispetto assoluto della loro parola, della loro sofferenza e accompagnarle il meglio possibile". Si è poi rivolto alla Procura delle Repubblica per far sì che la verità venga a galla anche da un punto vista legale.

"Oggi – continua nella nota – i nostri primi pensieri vanno verso di loro; ascoltando ciò che hanno vissuto e sofferto, proviamo vergogna e un dolore profondo. È possibile che questo nostro parlare porti altre eventuali vittime a farsi conoscere: le ascolteremo e le accompagneremo nei passi che vorranno compiere. Se parlo oggi, è perché lo dobbiamo alle vittime, ai loro cari e a coloro che cercano a Taizé uno spazio di fiducia, sicurezza e verità". Da tempo, tuttavia, è attiva sul sito internet della comunità una sezione dedicata a questo tipo di segnalazioni, consapevoli del fatto che in tutti questi anni potrebbe esserci stato più di qualche episodio di violenza. La lettera del priore si chiude, pertanto, dando le coordinate per denunciare "qualsiasi aggressione, vecchia o più recente, commessa contro un minore o un maggiorenne, sia da parte di un fratello che ha abusato del suo ascendente morale o da qualsiasi altra persona".

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