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Perché la Francia può sforare il 3% e l’Italia no

Il commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici ha spiegato che la Francia, a differenza dell’Italia, può permettersi di sforare il tetto del 3% per finanziare le misure annunciate da Macron. Come mai per la Francia questa possibilità esiste mentre l’Italia rischia invece la procedura di infrazione?
A cura di Charlotte Matteini
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Pochi giorni fa, per placare le proteste dei "gilet gialli", il presidente francese Emmanuel Macron ha promesso una serie di riforme sociali da introdurre nel 2019. Le misure annunciate faranno aumentare il rapporto deficit/pil e porteranno la Francia a sforare il tetto del 3% e per questo motivo il vicepremier Luigi Di Maio ha aspettarsi dalla Commissione europea lo stesso atteggiamento riservato all'Italia. 

Nella mattinata di oggi, a poche ore dall'incontro tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker, è arrivata la doccia fredda per il governo italiano. In un'intervista concessa a Le Parisien, il commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici ha spiegato che la Francia, a differenza dell'Italia, può permettersi di sforare il tetto del 3% per finanziare le misure annunciate da Macron. "L'ipotesi può essere presa in considerazione, anche se in modo limitato, temporaneo ed eccezionale", ha spiegato Moscovici. "Ogni parola conta, l'eventuale sforamento del 3% non deve protrarsi per due anni consecutivi né eccedere 3,5% su un anno". Per Moscovici, le misure annunciate da Macron, che costerebbero all'incirca 10 miliardi di euro, "sono indispensabili per rispondere all'urgenza del potere d'acquisto".

Per quale motivo la Francia può sforare il tetto del 3% mentre l'Italia rischia la procedura di infrazione? A questa domanda, Moscovici ha replicato spiegando: "Non c'è nessuna indulgenza, sono le nostre regole, soltanto le nostre regole. Soprattutto non facciamo come se ci fosse da una parte una severità eccessiva e dall'altra non so quale lassismo. Il paragone con l'Italia è allettante ma sbagliato perché sono due situazione totalmente diverse. La Commissione europea sorveglia il debito italiano da tanti anni, cosa che invece non ha mai fatto per la Francia".

In poche parole, Francia e Italia hanno due trattamenti diversi perché le loro situazioni non sono paragonabili. La Francia, infatti, ha un rapporto debito-Pil al 97%,  ben al di sotto del 100% disposto dai parametri europei (in realtà,  dovrebbe essere al 60% ma il 100% è considerata una soglia psicologica oltre la quale nessun Paese dovrebbe andare), mentre invece quello italiano è molto più alto, attestandosi al 131,8% e in costante crescita da anni. Alla Francia, dunque, non avendo un debito pubblico eccessivo al livello dell'Italia – può essere concesso, come ribadito da Moscovici, lo sforamento del tetto del 3% per finanziare misure espansive che permettano ai cittadini di recuperare parzialmente il potere d'acquisto, mentre la situazione italiana – anche a livello di misure e disposizioni in manovra – è sensibilmente differente: la legge di bilancio italiana è molto carente dal punto di vista degli investimenti mentre le risorse a debito vengono utilizzate per finanziare pensionamenti anticipati come quota 100 o misure assistenziali come il reddito di cittadinanza.

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