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Papa Francesco: “Sono un Pontefice assediato e tentato, pregate per me per liberarmi”

“Sento continuamente il bisogno di chiedere l’elemosina della preghiera. È importante che la gente preghi per il Papa e per le sue intenzioni. Il Papa è tentato, è molto assediato: solo la preghiera del suo popolo può liberarlo” ha dichiarato Papa Francesco a 24 confratelli gesuiti che lo ascoltavano nel suo recente viaggio in Africa.
A cura di Antonio Palma
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"Pregate per me", così Papa Francesco ama spesso concludere i suoi discorsi sia al Clero che ai fedeli, parole che a molti sembrano di circostanza ma dietro le quali invece si nasconde un bisogno concreto del Pontefice di sentire la spinta dei credenti quando si vede circondato da problemi e tentazioni. A rivelarlo è stato lo stesso Bergoglio nel corso suo recente viaggio in Africa con un discorso ai religiosi  Gesuiti riportato dal direttore della rivista Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro. "È importante che la gente preghi per il Papa e per le sue intenzioni. Il Papa è tentato, è molto assediato: solo la preghiera del suo popolo può liberarlo" ha dichiarato infatti Francesco ai 24 confratelli gesuiti che lo ascoltavano in Mozambico il 5 settembre scorso, aggiungendo: "Come si legge negli Atti degli Apostoli, quando Pietro era imprigionato, la Chiesa ha pregato incessantemente per lui. Se la Chiesa prega per il Papa, questo è una grazia. La preghiera del popolo sostiene e io davvero sento continuamente il bisogno di chiedere l’elemosina della preghiera".

Un bisogno che in realtà il Papa aveva anche da vescovo e cardinale come lui stesso racconta. "Credo che la mia esperienza di Dio non sia cambiata. Resto sempre lo stesso di prima. Avverto un senso di maggiore responsabilità, senza dubbio La mia preghiera di intercessione poi si è fatta molto più ampia di prima. Ma anche prima vivevo la preghiera di intercessione e avvertivo la responsabilità pastorale" ha dichiarato infatti in pontefice, aggiungendo: "Parlo al Signore come prima. Sento che mi dà la grazia che mi serve per il tempo presente. Ma il Signore me la dava anche in precedenza. E poi commetto gli stessi peccati di prima . L’elezione a Papa non mi ha convertito di colpo, in modo da rendermi meno peccatore di prima. Sono e resto un peccatore. Per questo mi confesso ogni due settimane". "Mi conforta molto sapere che Pietro, l’ultima volta che appare nei Vangeli, è ancora insicuro come lo era prima. Leggere dell’ipocrisia di Pietro mi conforta tanto e mi mette in guardia. Soprattutto mi aiuta a capire che non c’è alcuna magia nell’essere eletto Papa. Il conclave non funziona per magia" ha concluso Papa Francesco.

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