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Orrore in Pakistan: bimbo di 11 anni ucciso dal padrone per un debito di un euro

Un bambino cristiano di 11 anni è stato picchiato a morte dal suo datore di lavoro, musulmano, l’11 luglio 2019 a Faisalabad, in Pakistan. Una tragedia che illustra sia lo sfruttamento dei bambini sia la persecuzione delle minoranze in un Paese dove troppo spesso i colpevoli restano impuniti.
A cura di Biagio Chiariello
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Balal Masih era un bambino di 11 anni che lavorava come raccoglitore di rifiuti in una discarica a Rasheed Abad, quartiere baraccopoli di Faisalabad, in Pakistan. Lo faceva durante le vacanze estive per aiutare la sua famiglia. Il suo padrone, Ifran alias Kalu, lo pagava circa 50-100 rupie al giorno, che equivalgono a circa 28-56 centesimi di euro. L’11enne aveva chiesto al suo datore un prestito di 180 rupie, cioè circa un euro, per provvedere ad alcune spese necessarie per i suoi genitori, riferisce l'agenzia di stampa cattolica Asianews.

Dopo qualche giorno, Kaku ha iniziato a molestarlo perché il bambino non aveva ancora restituito la somma. E così Balal è tornato a casa, ha preso in prestito 150 rupie da sua madre e ha fatto il percorso inverso in direzione discarica per ripagare il suo debito. Quindi ha detto al padrone che non avrebbe più lavorato per lui. Un affronto troppo forte per l’uomo. Come punizione, ha cominciato a picchiarlo, insieme al fratello, con delle sbarre di ferro colpendo anche alla testa. Balal non si è più rialzato ed è morto poco dopo sotto gli occhi di sua madre Sharefaan che, non vedendo tornare il figlio, si era precipitata alla discarica.

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Le sue grida disperate hanno attirato l'attenzione dei vicini che hanno allertato la polizia. Ed ora i familiari del bambino chiedono giustizia. Secondo sua madre, Balal sarebbe stato anche stuprato, ma l'autopsia non ha ancora stabilito che ci sia stata violenza sessuale. I due colpevoli sono in fuga. L’ex parlamentare cristiano Joel Amir Sohotra ha denunciato la vicenda ad Asianews, collegandolo al tema dell’oppressione delle minoranze in Pakistan. Balal infatti era cristiano e il suo padrone è musulmano. “Condanno con forza questo atto disumano di estrema tortura e presunto stupro di un minore. Questa è la mentalità malata della nostra società crudele che non considera i membri delle minoranze come esseri umani e per questo li tortura se essi rifiutano di obbedire” dice Sohotra.

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