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Nuove accuse di stupro per Donald Trump, il giudice fissa l’udienza: “Non era il mio tipo”

È stata respinta la richiesta di archiviazione avanzata dai legali di Donald Trump per una nuova accusa di stupro nei confronti della scrittrice E. Jean Carrol. Lui attacca l’editorialista: “Non la conosco, non era il mio tipo”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Il giudice della corte federale di New York ha ammesso la denuncia di E. Jean Carrol, scrittrice ed editorialista per la rivista Elle, che ha accusato l'ex presidente Donald Trump di averla violentata nello spogliatoio di un grande magazzino della Fifth Avenue a metà degli anni '90. Il giudice ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dall'ex inquilino della Casa Bianca e ha fissato la prima udienza del caso per aprile.

Carrol aveva denunciato Trump il 24 novembre basandosi su una legge, l'Adult Survivors Act, che permette ai cittadini di citare in giudizio per stupro gli aggressori anche dopo la scadenza del termine di prescrizione. Gli avvocati dell'ex presidente hanno chiesto l'archiviazione della causa sostenendo che consentire azioni legali dopo il termine di prescrizione è una "violazione del diritto del cittadino a un giusto processo, nonché una violazione delle leggi di New York".

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Il giudice Kaplan ha respinto la richiesta fornendo una motivazione di 28 pagine nelle quali sostiene che le vittime siano comunque "legalmente consapevoli" al momento della denuncia e che la scelta di chiedere un processo anni dopo è "costituzionalmente irrilevante".

"Molte vittime non sono in grado di raccontare quanto successo e a volte la vergogna e la paura le paralizza per lunghi periodi di tempo – si legge nei documenti redatti dal giudice -. Spesso sono distrutte da ricordi orribili o scoraggiate dalla "cultura del silenzio", esattamente come spiegato da Carroll che ha affermato di aver avuto paura di raccontare quanto avvenuto con Donald Trump".

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Carroll ha prima denunciato la violenza in un libro pubblicato nel 2019. In alcune pagine, la scrittrice ha affermato di essere stata aggredita in uno spogliatoio di un grande magazzino a metà degli anni '90. "Mi ha spinta contro un muro e mi ha strappato i collant" ha raccontato.

Trump ha risposto a quanto affermato nel libro sottolineando di "non conoscere l'autrice" e di non averla mai incontrata nonostante le numerose foto che li ritraggono insieme scattate negli anni '90 durante diversi party esclusivi di New York. "Non lo avrei mai fatto – ha inoltre asserito il tycoon – perché non è assolutamente il mio tipo".

Nel tentativo di respingere le accuse, Trump ha dichiarato che, in un'intervista rilasciata alla Cnn, Carroll aveva affermato di "aver gradito la violenza".

Una parafrasi inesatta di quanto raccontato dalla donna a un giornalista della rete americana nel 2019: durante l'intervento televisivo, infatti, la scrittrice aveva detto di "non apprezzare la parola "stupro" per definire quanto avvenuto con Trump".

"La parola – aveva spiegato – ha spesso delle connotazioni sessuali sgradevoli che fanno pensare erroneamente a qualcosa che la vittima potrebbe apprezzare. Non è così, non si tratta di un rapporto, è una vera e propria battaglia".

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