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Covid 19

Negli Usa un terzo dei teenager con Covid è finito in terapia intensiva, gli esperti: “Vaccinateli”

Secondo uno studio pubblicato sul sito dei Cdc americani, negli Usa il numero degli adolescenti ricoverati dopo aver contratto l’infezione da Covid-19 ha raggiunto il picco all’inizio di gennaio, con un tasso di 2,1 per 100.000, per poi calare a 0,6 a metà marzo e risalire a 1,3 ad aprile. Circa un terzo dei ricoverati ha avuto bisogno della terapia intensiva, e per il 5% è stata necessaria la ventilazione meccanica invasiva, ma non si è registrato alcun decesso: “Questa sofferenza può essere evitata, vaccinando e mantenendo le misure di prevenzione anti Coronavirus”.
A cura di Ida Artiaco
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Negli Stati Uniti un terzo dei ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni contagiati dal Covid-19 sono finiti in terapia intensiva, ma nessuno è morto. È quanto hanno rilevato i Cdc (Centers for diseases control) americani, secondo i dati raccolti dallo studio Covid-Net, condotto in 14 stati a stelle e strisce su circa il 10% della popolazione. Secondo la ricerca, il numero degli adolescenti ricoverati oltreoceano dopo aver contratto l'infezione da Sars-CoV-2 ha raggiunto il picco all'inizio di gennaio, con un tasso di 2,1 per 100.000, per poi calare a 0,6 a metà marzo e risalire a 1,3 ad aprile. Fenomeno, quest'ultimo, dovuto in parte alla circolazione di varianti più trasmissibili ma anche al rientro a scuola e all'uso di altri comportamenti di prevenzione che non sarebbero stati adottati, come distanziamento e mascherine. Circa un terzo dei ricoverati ha avuto bisogno della terapia intensiva, e per il 5% è stata necessaria la ventilazione meccanica invasiva, ma non si è registrato alcun decesso.

I dati dei Cdc sui ricoveri dei giovanissimi

Per questo, si legge sul sito dei Cdc, "il recente aumento del tasso di ricoveri in questa primavera e la possibilità di avere la malattia in forma grave, conferma l'importanza di continuare con le misure di prevenzione anti-Covid, vaccinazione inclusa, e di far indossare la mascherina alle persone non completamente immunizzate". Anche se la maggior parte dei ricoveri da Covid hanno riguardato gli anziani, i casi gravi hanno coinvolto tutti i gruppi d'età, adolescenti compresi. Dai dati presentati, emerge che tra i 204 adolescenti ricoverati tra gennaio e marzo, il 31,4% è andato in terapia intensiva e il 4,9% è stato intubato. Complessivamente, il 70% dei ragazzi e ragazze aveva uno o più problemi di salute precedente, di cui il più frequente è risultata l'obesità (35,8%), seguita da malattie croniche polmonari e asma (30.9%) e problemi neurologici (14.2%). Il tasso di ricoveri cumulativo negli adolescenti, tra ottobre 2020 e aprile 2021, è stato 2,5-3 volte maggiore di quello avuto nelle ultime tre stagioni influenzali. "Sono profondamente preoccupato per il numero di adolescenti ricoverati e mi rattrista vedere adolescenti che hanno richiesto cure in unità di terapia intensiva o ventilazione meccanica", ha affermato Rochelle Walensky, direttore dei Cdc, in una dichiarazione rilasciata venerdì insieme al nuovo studio. Ma, ha aggiunto, "gran parte di questa sofferenza può essere prevenuta", esortando "genitori, parenti e amici a unirsi a me e parlare con gli adolescenti dell'importanza delle strategie di prevenzione e di incoraggiare la vaccinazione".

In chi è vaccinato giù caricale virale e sintomi se contagiato

Sempre secondo gli esperti dei Cdc americani, in chi è stato vaccinato contro il Covid la possibilità di esser contagiato da Sars-Cov-2 si abbatte in modo netto e anche qualora il contagio avviene, la carica virale e i sintomi febbrili sono di entità molto minore e durano meno rispetto a quanto accade in chi si infetta senza esser coperto da vaccino. Lo si legge in uno studio, pubblicato in preprint sul server Medrxiv e in corso di pubblicazione su rivista scientifica, condotto su persone che hanno sviluppato infezioni nonostante siano stati vaccinati. I vaccini anti Covid sono stati sviluppati in primo luogo per ridurre la mortalità e le forme gravi, ma sempre più studi si stanno concentrando su aspetti che, pur non rientrando tra gli obiettivi primari dei trial clinici, sono comunque molto importanti in termini di salute pubblica. In questo caso, il team, guidato da Mark Thompson dei Centers for Disease Control and Prevention ha esaminato 3.975 operatori sanitari e primi soccorritori in otto località negli Stati Uniti tra dicembre 2020 e maggio 2021. I partecipanti che in questo lasso di tempo hanno avuto un'infezione da Sars-CoV-2 sono stati 204 (5,1%), di cui 16 parzialmente o completamente vaccinati e 156 non vaccinati.

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