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Migranti in Macedonia forzano il blocco: la polizia usa lacrimogeni e granate stordenti

Migliaia di migranti, per lo più siriani, iracheni e afghani, hanno cercato di forzare il blocco tra Grecia e Macedonia. La polizia è intervenuta con gas lacrimogeni e granate stordenti, provocando diversi feriti, ma la maggior parte di loro è riuscita a dirigersi verso la stazione di Gevgelija. Il governo ha invocato l’intervento di Bruxelles.
A cura di Valeria Morini
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È ancora infuocata la situazione al confine greco, dove migliaia di migranti che cercavano di entrare in Macedonia sono stati bloccati dalla chiusura della frontiera per decisione del governo di Skopje. Dopo aver trascorso la notte scorsa sotto la pioggia, circa due mila migranti sono riusciti a forzare il filo spinato che separava i due paesi. La polizia ha cercato di bloccare il flusso, servendosi nuovamente di gas lacrimogeni e granate assordanti, come già avvenuto nella giornata di venerdì. Nella calca che si è scatenata, diverse persone sono rimaste ferite e molti bambini hanno iniziato a urlare, chiamando i genitori che avevano perso. Molti piccoli e donne, di cui almeno una incinta, sarebbero svenuti. La maggior parte è comunque riuscita a dirigersi verso la stazione ferroviaria di Gevgelija.

L'emergenza scatenatasi lungo la frontiera tra i due paesi è un caso senza precedenti. La maggior parte di questi migranti che cercano rifugio verso occidente sono soprattutto siriani, in fuga dalla guerra civile che prosegue senza sosta dal 2011 e dalla minaccia dello Stato Islamico. Con loro, anche numerosi afghani e iracheni. Secondo il ministro degli Esteri macedone Popovski, le persone che tentano di entrare dalla Grecia sono passate da 500 a 3mila al giorno.

Il caos delle ultime ore si è intensificato quando le autorità hanno consentito il transito di poche centinaia di persone con bambini al seguito, di fronte alle richieste dei profughi. Inevitabilmente, la folla ha cercato di premere sul cordone di separazione, riversandosi oltre confine e scatenando la reazione della polizia.

Il portavoce di Medici Senza Frontiere Aurelie Ponthieu ha dichiarato in un comunicato: "Le scene scioccanti di oggi sono il risultato delle misure estreme per prevenire l'afflluso di persone disperante in fuga dalla guerra. Ma chiudere i confini e usare la forza non è una soluzione, serve solo a provocare un'altra crisi umanitaria". Il governo ha invocato l'intervento di Bruxelles per fermare l'emergenza.

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