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Messico, uccisa la giornalista Maria Elena Ferral: denunciava gli abusi della polizia

Assassinata in strada con otto colpi di pistola Maria Elena Ferral, la giornalista che aveva denunciato abusi e illeciti della polizia messicana. Il delitto è avvenuto a Papantla, nello Stato di Veracruz, nella città ostaggio delle bande di narcos. Nel 2016 a Maria Elena era stata assegnata la scorsa per aver ricevuto delle minacce, la le era stata revocata poco dopo.
A cura di Angela Marino
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Assassinata in strada con otto colpi di pistola Maria Elena Ferral, giornalista de El Diario de Xalapa, che aveva denunciato abusi e illeciti della polizia messicana. L'agguato è avvenuto nella città di Papantla, nello stato di Veracruz, tristemente noto in Messico per le faide tra bande di narcos in cui spesso restano vittima cittadini innocenti. Maria Elena, nota e stimata giornalista, è stata avvicinata in pieno giorno da due uomini armati col  volto coperto, in sella a una moto, uno dei quali ha fatto fuoco contro di lei. Un agguato in piena regola dal quale purtroppo la giovane cronista non si è salvata. Maria Elena è morta poche ore dopo in ospedale.

Firma del quotidiano locale di Papantla, Maria Elena Ferral si era fatta notate con il sito web da lei fondato, Quinto Poder de Veracruz, in cui pubblicava inchieste sulla la corruzione e i rapporti tra criminalità e agenti di polizia. Nel 2005 aveva ricevuto il ‘Premio Nacional de Periodismo', che ogni anno viene attribuito ai giornalisti che si distinguono per l'impegno e il senso civico con cui svolgono il proprio lavoro. Proprio per le sue inchieste, nel 2016, la giornalista aveva subito delle gravi minacce, per cui le era stata assegnata una scorta, poi revocata poco tempo dopo. I motivi dell'omicidio restano per ora ignoti e nell'inchiesta ufficiale non ci sono indagati. Sotto choc la comunità di Papantla, dove ieri alcuni colleghi di Maria Elena hanno manifestato per chiedere allo Stato maggiori tutele al mondo dei media, e per chiedere che sia fatta luce sulla morte della giornalista.

Secondo la ONG, Reporter senza frontiere, il Messico è il Paese più rischioso per i giornalisti. Nel 2019 ne sono stati assassinati dieci, cento invece, le vittime dal 2006, quando nel Paese è iniziato una dura lotta contro i narcos. Nel mirino dei criminali, oltre ai giornalisti, ci sono anche anche attivisti, leader delle comunità e politici che con il loro lavoro cercano di denunciare abusi e illeciti. Lo stato di Veracruz, in particolare, è attraversato da scontri tra bande, in cui restano feriti e uccisi anche dei civili innocenti. Quello di Ferral è il primo omicidio che si registra nel 2020.

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