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Marine Le Pen indagata per appropriazione indebita di fondi dell’Europarlamento

L’accusa a carico di Marine Le Pen è di appropriazione indebita: secondo gli inquirenti la leader del Front National avrebbe utilizzato i fondi erogati dall’Europarlamento per pagare alcuni dipendenti del partito che in realtà lavoravano in Francia e non per attività strettamente connesse all’istituzione europea.
A cura di Charlotte Matteini
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Marine Le Pen è indagata per appropriazione indebita nell'ambito dell'inchiesta sui fondi pubblici europei impiegati per retribuire gli assistenti parlamentari. A dare notizia dell'indagine è stato il legale difensore dell'europarlamentare, Rodolphe Bosselut, al termine dell'interrogatorio della leader del Front National da parte del giudice Renaud Van Ruymbeke, presso la procura finanziaria di Parigi.

L'avvocato di Marine Le Pen ha spiegato che la parlamentare "conformemente agli impegni presi in campagna elettorale, si è recata alla convocazione dei magistrati che la hanno, come era atteso, incriminata" e sottolineato che comunque ricorrerà in appello. L'accusa a carico di Marine Le Pen, come anticipato, è di appropriazione indebita: secondo gli inquirenti la leader del Front National avrebbe utilizzato i fondi erogati dall'Europarlamento per pagare alcuni dipendenti del partito che in realtà lavoravano in Francia e non per attività strettamente connesse all'istituzione europea.

L'indagine, in realtà, nel suo complesso, è stata aperta dalla giustizia francese su richiesta del Parlamento europeo circa due anni fa. L'istituzione aveva chiesto agli inquirenti di indagare alcune sospette irregolarità riguardanti il ruolo di venti assistenti del gruppo di destra francese all'Europarlamento. Lo scorso febbraio scorso sono stati iscritti nel registro degli indagati anche Catherine Griset e Thierry Légier, rispettivamente capo di gabinetto e guardia del corpo di Marine Le Pen, assunti con un contratto da assistenti parlamentari e accusati di non svolgere le funzioni per cui venivano retribuiti. Légier venne poi rilasciato e scagionato dalle accuse e nel frattempo vennero più volte perquisiti gli uffici della sede del Front National, a Nanterre.

Le Pen fino all'incriminazione formale ha sempre negato ogni coinvolgimento nella vicenda, rifiutandosi di essere interrogata e sostenendo che l'inchiesta fosse un "complotto politico" nei suoi confronti.

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