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Libia, Obama autorizza l’invio di aiuti ai ribelli libici

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha autorizzato l’invio di aiuti non militari ai ribelli libici che combattono contro il regime di Mu’ammare Gheddafi.
A cura di Cristian Basile
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OBAMA LIBIA

Mentre da poco l'Italia ha annunciato che parteciperà ai bombardamenti sulla Libia, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha ordinato formalmente ieri l'invio di aiuti urgente per i ribelli libici che combattono contro il regime di Mu'ammar Gheddafi. Questo aiuto era stato annunciato dallo stesso Obama la scorsa settimana, quando confermato che il suo Paese avrebbe offerto aiuti "non letali" ai rivoluzionari.

Così ieri Obama ha firmato una dichiarazione presidenziale indirizzata al segretario di Stato, Hillary Clinton ed a quello della Difesa, Robert Gate, con la quale approva la fornitura di "beni e servizi" da parte del Governo statunitense a gruppi libici ed a sostenere "alleati chiave" di Washington come il Consiglio nazionale di transizione, "negli sforzi volti a proteggere i civili e le aree abitate da civili sotto minaccia di attacco in Libia".

L'ammontare degli aiuti sarebbe di oltre 25 milioni di dollari e non comprenderebbe armi o munizioni. Al contrario gli aiuti sarebbe costituiti da mezzi di trasporto, materiale medico, giubbotti antiproiettile, camion cisterna ed apparecchiature radio. Nonostante questo Obama non ha chiarito se invierà soldati statunitensi sul territorio libico. In una lettera inviata lo scorso 15 aprile dal Dipartimento di Stato al Congresso, viene specificato che il Consiglio Nazionale di Transizione ha elencato una "vasta gamma" di aiuti non letali che potrebbero sostenere i loro sforzi.

"Gli Stati Uniti sono stati in contatto con il Consiglio Nazionale di Transizione per capire le loro capacità in materia di sicurezza e le proprie carenze, riconoscendo il ruolo chiave che le forze dell'opposizione giocano nel proteggere i civili nelle aree popolate della Libia". Il Governo degli Stati Uniti ha sottolineato che "Questa iniziativa è in linea con la risoluzione 1973 del consiglio di Sicurezza dell'ONU che, tra l'altro, autorizza gli stati membri ad adottare tutte le misure per proteggere i civili e le aree popolate".

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