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Libia, il governo libera 350 migranti del centro di detenzione bombardato

Il governo libico guidato dal premier Fayez al-Sarraj ha deciso di liberare 350 migranti che si trovavano nel centro di detenzione di Tajoura, colpito pochi giorni fa da un raid dell’aviazione del generale Khalifa Haftar, che ha causato la morte di 53 persone. L’annuncio è stato dato dall’Unhcr.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il governo libico ha liberato 350 migranti che erano rinchiusi all’interno del centro di detenzione di Tajoura, che la settimana scorsa è stato colpito da un raid dell’aviazione del generale Khalifa Haftar: il bombardamento ha causato la morte di 53 persone. Il governo guidato dal premier Fayez al-Sarraj ha quindi dato seguito alla promessa di un esponente dell’esecutivo di liberare i migranti all’interno del centro. La notizia è stata segnalata, attraverso un tweet, dalla sezione libica dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’Unhcr. “Ringraziamo il ministero dell'Interno libico per il rilascio odierno dei rifugiati e migranti dal centro di detenzione di Tajoura”, è quanto viene scritto nel tweet dell’Unhcr che sottolinea come “350 persone erano ancora a rischio a Tajoura e ora sono libere. L'Unhcr fornirà assistenza”.

L’agenzia spiega che negli ultimi giorni i delegati dello stesso Unhcr hanno “visitato Tajoura e fornito cibo, acqua e assistenza medica”, proprio in seguito al raid che ha portato all’uccisione di 53 persone. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati spiega ancora: “Poiché le evacuazioni dalla Libia sono limitate, abbiamo cercato di trasferire i più vulnerabili al Gathering and Departure Facility (GDF) di Tripoli e sollecitare la liberazione di tutte le persone rimaste a Tajoura”.

Negli sorsi giorni, esattamente il 4 luglio, il ministro dell’Interno di Tripoli, Fathi Bashaga, aveva fatto sapere che si stava valutando la possibilità di chiudere i centri di detenzione dei migranti. Bashaga aveva accennato a questa possibilità durante un incontro con l’inviata per gli affari umanitari della missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unmsil), Maria Ribeiro. Il ministro spiega che il governo è “obbligato a proteggere i civili, tuttavia il bombardamento dei centri di accoglienza da parte di aerei da guerra F-16 e la mancanza di copertura aerea per proteggere i migranti sono fuori dalla capacità del governo di Tripoli”. E il rischio è che nei bombardamenti possano essere coinvolti quasi 4mila migranti detenuti nei centri libici.

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