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Puigdemont arrestato ad Alghero, giudice libera l’ex leader catalano ma dovrà restare in Sardegna

Carles Puigdemont è stato arrestato all’aeroporto di Alghero con mandato di cattura internazionale. L’ex leader indipendentista è stato sottoposto a fermo con un mandato del 14 ottobre 2019 che secondo il suo avvocato è da ritenersi “sospeso”. Puigdemont fu il promotore del referendum sull’indipendenza della Catalogna del 1 ottobre 2017.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Il leader indipendentista Carles Puigdemont è stato arrestato all'aeroporto di Alghero. L'ex presidente catalano si era recato in Sardegna per partecipare a una serie di incontri dell'Adifolk, festa internazionale della cultura popolare catalana. Invece, secondo quanto riferiscono i media spagnoli, l'ex numero uno catalano sarà messo a disposizione della magistratura nella giornata di oggi. I giudici decideranno se rilasciarlo o acconsentire all'estradizione in Spagna. Puigdemont è stato portato presso la casa circondariale di Bancali, alle porte di Sassari.

Adesso il leader indipendentista è in attesa di una decisione del giudice italiano sull'estradizione. Per il momento potrà tornare in libertà, ma non potrà lasciare la Sardegna prima di ricevere disposizioni della giustizia nazionale. Secondo la segreteria di stato spagnola per le Comunicazioni, l'arresto di Puigdemont è avvenuto "nel rispetto di un procedimento giudiziario in corso con modalità che si applicano a qualsiasi cittadino dell'Unione Europea che deve rispondere delle proprie azioni in tribunale".

Perché è stato arrestato Carles Puigdemont

Il leader catalano è stato fermato in seguito a un mandato di cattura emesso da Pablo Llarena, giudice del Tribunale supremo spagnolo. A carico dell'ex presidente vi è un procedimento giudiziario in corso in Spagna del 2017 per la dichiarazione di indipendenza della Catalogna. Il 30 giugno scorso era stato respinto dall'Europa un ricorso di Puigdemont contro la sospensione dell'immunità parlamentare, conseguenza del procedimento aperto nel 2017 con conseguente fuga all'estero. Secondo i legali del leader, la detenzione non ha fondamento legale poiché si basa su un'ordine di cattura internazionale del 14 ottobre 2019 attualmente sospeso. Puigdemont, inoltre, stava viaggiando "in qualità di eurodeputato" e pertanto stava "esercitando il suo diritto di libero movimento".

Il mandato di cattura del 14 ottobre 2019 riguardava il capo d'accusa di crimini di sedizione e appropriazione indebita, gli stessi reati per i quali sono stati condannati anche altri leader responsabili in concorso del processo indipendentista che ha portato al referendum del 1 ottobre 2017. "Il presidente è stato arrestato al suo arrivo in Italia dove si era recato come eurodeputato – scrive su Twitter il legale del leader catalano, Boye -. Stava esercitando il suo diritto e questa detenzione si basa su un'ordinanza sospesa secondo lo statuto della Corte di Giustizia Ue. Nella risoluzione del 30 luglio si afferma che nessun Paese dovrebbe eseguire un ordine di questo tipo. Nella stessa delibera il Vice Presidente del Tribunale dell'Unione Europea ha indicato che dove necessario viene richiesta una nuova misura cautelare".

Chi è Carles Puigdemont arrestato in Italia

Carles Puigdemont è stato prima sindaco di Girona e poi colui che ha provato a rendere la Catalogna uno stato indipendente. Nato nel 1962, è cresciuto in un paesino alle porte di Girona. Dopo aver intrapreso e mai concluso gli studi in filologia catalana, diventa capo redattore del quotidiano Punt Diari.

Puigdemont inizia a fare i suoi primi passi importanti nel mondo della politica con la sezione di Girona della Gioventù nazionalista di Catalogna. Da qui arriva il suo ingresso nel parlamento catalano. Unendo la politica al giornalismo, si rende conto che all'estero sono in pochi a conoscere le rivendicazioni indipendentiste della Catalogna. Così nel 2007 si candida alle elezioni locali di Girona con Convergenza e Unione, restando però sempre all'opposizione. Nel 2011 riesce a spezzare l'egemonia del Partito dei Socialisti di Catalogna e diventa sindaco. La sua avanzata è vista con indifferenza da Madrid: in pochi credono nell'effettiva minaccia del desiderio di indipendenza catalano. Nell'autunno del 2017 il suo nome sale definitivamente alla ribalta con il tentativo di dichiarazione di indipendenza. Il 1 ottobre del 2017, infatti, i cittadini erano stati chiamati a votare sull'indipendenza della regione.

Dopo la dichiarazione di incostituzionalità del referendum, Madrid lo ha accusato di ribellione insieme all'intero esecutivo catalano. Puigdemont si è rifiutato di tornare in Spagna per testimoniare e ha espatriato a Bruxelles. Il mandato di cattura internazionale è stato emesso proprio per cercare di ovviare alla fuga all'estero. Un mese dopo l'emissione del mandato di arresto, il Tribunale supremo lo ha ritirato consentendo a Puigdemont di viaggiare. Nel marzo del 2018, però, le autorità hanno emanato un nuovo mandato europeo nei confronti del leader indipendentista fermato in Germania mentre cercava di tornare in Belgio dalla Finlandia. Berlino, pur avendolo rilasciato, gli impedisce di lasciare il Paese e si rifiuta di estradarlo per farlo tornare in Spagna. Nel 2019, Puigdemont è stato eletto parlamentare europeo. Non ha però mai ricevuto l'investitura ufficiale, poiché avrebbe dovuto tornare a Madrid. La Spagna, quindi, non lo considera europarlamentare e non ne riconosce l'immunità parlamentare che invece viene ufficialmente assegnata all'ex leader catalano dall'assemblea di Strasburgo il 2 giugno del 2020.

Nel marzo di quest'anno, però, il Parlamento europeo ha votato a favore della revoca dell'immunità di Puigdemont. Nel luglio del 2021, il Tribunale dell'Unione europea ha respinto la richiesta di sospensione della revoca all'ex presidente catalano e ai suoi ministri Toni Comìn e Clara Ponsantì, anche loro eletti eurodeputati ma di fatto latitanti per lo Stato spagnolo.

Il referendum sull'indipendenza della Catalogna

Al raggiungimento del quorum, il voto del referendum del 1 ottobre avrebbe dovuto avere natura vincolante. Il voto è stato contrastato dal governo spagnolo secondo cui la Costituzione nazionale non consente di votare sull'indipendenza di alcuna regione spagnola. La consultazione, quindi, è stata considerata incostituzionale. A seguito del ricorso del governo, il Tribunale costituzionale ha sospeso cautelativamente l'indizione del referendum e lo ha poi dichiarato nullo.

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