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Lesbo, incendio in una tendopoli di migranti: morto un bambino di 6 anni

Nella tendopoli di Moria, dove vivono in condizioni di grave sovraffollamento migliaia di persone, è divampato in incendio in cui ha perso la vita un bambino di appena sei anni. Una volontaria italiana: “Vivere tutto questo in un campo profughi all’interno dei confini europei è una cosa che spaventa veramente tanto”.
A cura di Davide Falcioni
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Tragedia a Lesbo, l'isola greca che migliaia di profughi di guerra siriani tentano di raggiungere dalla Turchia per poter accedere all'Europa e di conseguenza richiedere la protezione internazionale: in una tendopoli di Moria, dove vivono in condizioni di grave sovraffollamento migliaia di persone, è divampato in incendio in cui ha perso la vita un bambino di appena sei anni. Stando a una prima ricostruzione il rogo che ha interessato le tende dell’accampamento è scaturito da una delle cucine di fortuna sparse per il campo profughi. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, ma per il piccolo non c’era più nulla da fare. Sulla dinamica della tragedia è stata aperta un'inchiesta da parte della polizia ellenica.

Nawal Soufi, attivista per i diritti umani italo-marocchina, ha raccontato in un video pubblicato su Facebook: "Oggi qui è divampato un incendio, proprio quello che non ci voleva. Abbiamo avuto anche conferma della morte di un bambino di sei anni. Le notizie sono incerte e più gravi di quanto stanno riportando i media internazionali. Guardando ciò che è successo qui oggi, mi stupisce come la vita torni in fretta: i bambini ricominciano a giocare, i negozi riaprono, le donne riprendono a lavare i vestiti e cucinare. Questa situazione l'ho vissuta solo quando ero in guerra sotto le bombe nel 2013 (ad Aleppo, in Siria, ndr). Ma vivere tutto questo in un campo profughi all'interno dei confini europei è una cosa che spaventa veramente tanto". Soufi conclude: "Per qualche giorno ci sarà il lutto, ma le persone qui sanno che anche se urlano il loro dolore, nessuno le ascolterà. Quindi cercano di tenere la mente sana. Ma in questa situazione, tenere la mente lucida è un'impresa".

Il campo di Moria, il più grande d’Europa, è progettato per accogliere 3mila persone. Dalla crisi migratoria di cinque anni fa che ha coinvolto la Grecia, paese europeo da cui prende il via la rotta balcanica, la tendopoli ha presto superato la capienza massima, diventando sempre più un luogo in cui le condizioni di vita dei rifugiati sono al limite della sopportazione, con l'assenza di strutture, dei minimi standard sanitari, e nel quale sono rinchiusi anche circa 5mila minori.

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