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Covid 19

La storia di Eva, in coma a 28 anni per il Covid dopo aver partorito: “È stato un miracolo”

La storia di Eva Ahmed, 28 anni, affetta da Coronavirus: dopo aver manifestato i sintomi dell’infezione alla 28esima settimana di gravidanza, è stata ricoverata e sottoposta al cesareo. Ma dopo l’operazione, i suoi polmoni hanno ceduto ed è stata messa in coma indotto: “Sono riuscita a guarire ed anche la mia bambina sta bene, è stato un miracolo”.
A cura di Ida Artiaco
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E' risultata positiva al Coronavirus subito dopo aver dato alla luce la sua bambina. Le sue condizioni sono poi peggiorate al punto che è rimasta in coma per 5 giorni. Poi, è avvenuto il miracolo: Eva Ahmed, 28 anni, è guarita e ha potuto finalmente abbracciare la piccola Aiyla. Secondo quanto riporta il quotidiano inglese The Mirror, la ragazza ha manifestato i primi sintomi del Covid-19 durante la 28esima settimana di gravidanza. Dopo aver sviluppato alcune difficoltà respiratorie, è stata trasferita in ospedale dove tuttavia non ha risposto al trattamento, così si è reso necessario un cesareo d'urgenza. Ma dopo l'operazione, i suoi polmoni hanno cominciato a cedere ed è stata messa in coma indotto. "Nessuno sapeva se fossi riuscita a uscire da quell'ospedale con le mie gambe oppure in un sacco nero", ha detto Eva, di Wednesbury, alla stampa locale.

Eva ha raccontato quegli attimi immediatamente successivi all'intervento. "Non ricordo molto, solo le allucinazioni, pensando che i dottori fossero cattivi e cercassero di uccidermi. In realtà mi hanno salvato la vita". Dopo il parto, le condizioni della 28enne sono peggiorate e sembrava che avrebbe dovuto essere trasferita in un ospedale di Leicester dove avrebbe ricevuto ulteriori cure, vale a dire a circa 50 miglia di distanza dalla sua bambina che era rimasta in terapia intensiva al Walsall Manor Hospital, dove era nata il 16 novembre. Ma per fortuna dopo 5 giorni di apprensione, la neomamma è migliorata e ha cominciato a respirare da sola. Dopo 10 giorni dalla nascita della figlia, il 26 novembre scorso, dopo essersi sottoposta ad un ulteriore test che ha confermato la sua negatività al Coronavirus, ha finalmente potuto conoscere Aiyla e abbracciare suo marito Imtiaz. "E' stato una specie di miracolo – ha aggiunto -, davvero emozionante, non potevo credere che lei fosse qui e a tutto quello che avevo passato. Ero tornata dalla morte ed ero felice".

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Quello stesso giorno, Eva è tornata finalmente a casa. All'uscita dal reparto il personale sanitario che l'aveva accompagnata durante quei giorni terribili l'ha salutata con un lungo applauso. "È stato travolgente quando hanno applaudito per noi, è stata una sorpresa molto emozionante. Alcune delle infermiere che si sono prese cura di me prima del coma sono venute a trovarmi e hanno detto che non pensavano che ce l'avrei fatta. Non ero mai stata in ospedale prima, non avevo mai avuto l'influenza o qualcosa del genere. La piccola Aiyla, nata prematura, dovrà restare ancora in ospedale, probabilmente fino alla data inizialmente prevista per il parto e cioè a febbraio prossimo. "Ciò che conta è che siamo sopravvissute entrambe – ha concluso Eva -. Non so come ho preso il Covid ma ora so che la vita è breve e che bisogna fare il possibile per tutelare i propri cari".

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