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La Russia di Navalny e di TikTok: proteste nelle piazze e più di mille arresti

Nella giornata di oggi 23 gennaio la Russia ha dovuto fare i conti con proteste sparse per tutto il Paese in favore del dissidente Alexei Navalny, arrestato domenica scorsa dopo esser tornato dalla Germania. L’oppositore politico aveva trascorso nel paese europeo tutto il periodo di degenza dopo il tentato avvelenamento dei servizi russi.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Nella giornata di oggi 23 gennaio 2021 la Russia ha dovuto fare i conti con decine di manifestazioni di protesta contro il governo di Vladimir Putin. In realtà, la scintilla è stata l'arresto del dissidente Alexei Navalny, fermato domenica scorsa appena atterrato dalla Germania. Qui aveva trascorso diversi mesi: era stato curato per un avvelenamento ordinato dai servizi di sicurezza russi. A confermare le ipotesi, le inchieste fatte con i giornalisti di Bellingcat: nelle diverse intercettazioni in possesso di Navalny e dei reporter, i servizi segreti ammetterebbero di aver cercato di avvelenare il dissidente e di aver "sbagliato qualcosa durante l'operazione". Le manifestazioni sono state organizzate in più di 60 città, ma non sono state approvate dal governo. L'organizzazione è nata su TikTok. Sin dalle prime ore del mattino, le forze dell'ordine hanno represso le manifestazioni con la violenza. Secondo OVD Info, sito che monitora gli arresti durante le manifestazioni di opposizione, sarebbero circa 1.600 gli arresti avvenuti in tutto il Paese.

La manifestazione più importante è stata quella di Mosca, in piazza Pushkin, non lontano dai palazzi del governo. I manifestanti hanno cercato di occupare la piazza, ma la polizia ne ha caricati e arrestati moltissimi. A Mosca almeno 40mila persone hanno partecipato alla manifestazione: un numero altissimo di oppositori in un paese in cui vengono sistematicamente arrestati e intimiditi. Anche altre grandi città russe hanno partecipato: San Pietroburgo e Novosibirsk, con repressioni altrettanto violente delle forze dell'ordine. Nel corso delle manifestazioni è stata anche interrotta la linea telefonica. In particolare internet, il luogo virtuale nel quale i manifestanti si sono organizzati. I disordini si sarebbero verificati anche in città di provincia dove quasi mai si vedono manifestazioni non autorizzate: a dirlo è il corrispondente del Financial Times a Mosca, Max Seddon.

Per giorni le autorità russe hanno cercato di evitare l'insorgere delle proteste: avevano arrestato collaboratori di Navalny, perquisito le abitazioni di attivisti e giornalisti simpatizzanti dell'opposizione e minacciato i social con pesanti multe per l'eventuale distribuzione di contenuti che incitassero i ragazzini a prendere parte alle proteste. In particolare, la presenza di ragazzini minorenni ha stupito maggiormente l'opinione pubblica e lo stesso governo russo. Sono diverse le testimonianze di arresti nei confronti di bambini: uno di questi aveva circa 12 anni. I manifestanti hanno sfidato la polizia all'urlo di "Fascisti, fascisti". Fermata anche Liubov Sobol, una delle più strette collaboratrici di Navalny. Era stata fermata anche nella giornata di giovedì 21 gennaio e multata per circa 250mila rubi.

Il rientro di Navalny

Navalny è stato rinchiuso in un carcere nella capitale ed è in attesa di processo dal 17 gennaio scorso. Stava rientrando dalla Germania dove è riuscito a superare l'avvelenamento. Perché sarebbe tornato? La risposta, secondo i suoi collaboratori, è sempre la stessa: provare a far cadere un regime corrotto. Navalny è convinto di poter essere più credibile dall'interno del Paese, anche dal carcere, dando l'esempio per primo.  Molti oppositori hanno accettato l'esilio mentre lui ha deciso di tornare. Quello che sorprende è quanti stiano dalla parte di Aleksej Navalny: in un Paese in cui il normale dibattito politico è vietato, è impossibile fare sondaggi. A rispondere solo le proteste dei russi, arrestati in massa per aver espresso appoggio ad un uomo che è tornato in patria al prezzo della libertà. "Scendete in piazza: è di questo che hanno paura – ha detto Navalny ai suoi sostenitori nel giorno dell'arresto -. Non fatelo per me, ma per il vostro futuro".

L'organizzazione su TikTok

I ragazzi, quindi, hanno iniziato a scambiarsi messaggi sull'unico social a disposizione per parlare in codice: TikTok. Una ragazza si è fatta riprendere mentre toglie dalla classe il ritratto di Putin, ma ha attirato critiche verso Navalny e i suoi per i rischi a cui espongono i ragazzi, spingendoli nelle mani delle forze speciali. La manifestazione convocata dal dissidente è andata oltre ogni aspettativa e chi non era in piazza ha scelto di manifestare in altro modo, regalando milioni di visualizzazioni all'ormai famoso video di denuncia sul sontuoso resort che Putin si sarebbe fatto costruire sulle rive del mar Nero sperperando le risorse dello Stato. Navalny sa di poter restare in carcere per lunghi anni, ma questo genere di iniziative potrebbero alimentare la rivolta contro il regime.

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