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La donna che stuprò e uccise la piccola Lola rinuncia all’appello, parenti della 12enne: “Non rivivremo tutto”

Una decisione accolta con sollievo dai parenti della 12enne francese perché evita loro una nuova sofferenza in Tribunale. Dahbia Benkired è stata condannata nei giorni scorsi all’ergastolo senza possibilità di libertà vigilata per aver stuprato, torturato e ucciso la piccola Lola nel 2022.
A cura di Antonio Palma
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La donna che stuprò e uccise la piccola 12enne Lola in Francia, Dahbia Benkired, ha rinunciato al ricorso in appello rendendo la sua condanna all'ergastolo definitiva. Lo hanno confermato i suoi legali ai giornali francesi spiegando che era una decisione già maturata da tempo dall’imputata ma che è stata annunciata dalla difesa solo con la scadenza dei termini di legge per permetterle di poter cambiare idea fino all’ultimo.

Una decisione accolta con sollievo dai parenti della 12enne perché evita loro una nuova sofferenza in Tribunale dove inevitabilmente sarebbe stato ripercorso il calvario della ragazzina, rapita dopo l’uscita di scuola, violentata e uccisa il 14 ottobre del 2022 prima di essere messa in una valigia e abbandonata.  “Speriamo che non lo faccia. Non voglio rivivere tutto questo" aveva detto la madre della ragazzina.

"Siamo molto sollevati dal fatto che la decisione della Corte d'Assise e del popolo francese sia definitiva", ha commentato ora l’avvocato della madre di Lola. "È stata la decisione giusta per garantire il miglior futuro possibile", ha aggiunto affermando che "credevamo nella giustizia e l'abbiamo ottenuta".

La condanna all'ergastolo di Dahbia Benkired

Dahbia Benkired è stata condannata il 24 ottobre scorso dalla Corte d'Assise di Parigi dopo tre anni di battaglie legali sulle condizioni psicologiche della donna, all'epoca dei fatti 24enne. Per lei è scattato l'ergastolo senza possibilità di libertà vigilata per aver stuprato, torturato e ucciso la dodicenne Lola. "Sappiamo che questa decisione non vi restituirà Lola, ma speriamo che rappresenti un passo avanti nel vostro processo di ricostruzione", aveva dichiarato ai parenti della minore il presidente della Corte.

"Chiedo perdono. Quello che ho fatto è orribile" aveva dichiarato invece l'imputata in aula nelle sue ultime parole poco prima del verdetto finale. Dahbia Benkired avrebbe potuto ricorrere in secondo grado di giudizio per ottenere una pena meno severa come richiesto dai suoi legali nel processo di primo grado ma ha deciso di rinunciare.

"La nostra assistita ha deciso di non presentare ricorso per motivi personali. La sua decisione è stata presa tempo fa, ma non potevamo divulgarla perché aveva il diritto di cambiare idea fino all'ultimo momento, vista la sentenza emessa", hanno dichiarato gli avvocati della 27enne al termine dei dieci giorni di tempo per presentare ricorso. "Ora desidera ritirarsi dalla scena pubblica" hanno concluso.

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