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L’ultima follia Isis, decapitati due anziani nel deserto: “Sono stregoni”

Una nuova barbara esecuzione da parte dei fanatici dello Stato islamico. Questa volta ad essere uccisi sono stati due uomini anziani nella penisola del Sinai, in Egitto. L’accusa? Praticare la stregoneria e la magia.
A cura di Mirko Bellis
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Il boia dell'Isis mentre esegue la condanna a morte dei due accusati di stregoneria
Il boia dell'Isis prima di eseguire la condanna a morte di uno degli accusati di stregoneria

Gli estremisti dell’Isis nella penisola del Sinai, in Egitto, hanno decapitato due uomini con l’accusa di praticare la magia e la stregoneria. In un video, postato martedì su un canale Telegram usato spesso dai terroristi, un membro dell’organizzazione jihadista a volto scoperto legge il verdetto di condanna a morte dei due uomini: colpevoli di “apostasia, stregoneria, capacità di prevedere il futuro e di indurre i fedeli al politeismo”, questi i capi d’imputazione per i due disgraziati finiti nelle mani della Hisbah, la potente polizia religiosa dell’Isis.

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Il rituale è simile ad altre macabre esecuzioni dello Stato islamico: i due condannati al supplizio indossano le tute arancioni – impiegate nella propaganda jihadista per alludere ai prigionieri detenuti dagli Stati Uniti a Guantánamo – e, in un paesaggio desertico, circondati da miliziani armati, vengono fatti inginocchiare sul patibolo dove li aspetta la morte per mano di un boia armato di spada. I due anziani uomini decapitati sarebbero seguaci del sufismo, un’antica visione mistica dentro l’Islam, considerata però eretica dai fanatici musulmani. I responsabili dell’uccisione dei due uomini fanno parte della temibile polizia religiosa dell’Isis, l'Hisbah, conosciuta anche nei territori siriani e iracheni sotto l’occupazione del Califfato per le efferate esecuzioni e orribili castighi contro chiunque non rispetti la Sharia, la legge coranica. La follia jihadista non si limita solo disprezzare la vita umana decapitando in modo barbaro i due prigionieri ma, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, nel video si vedono gli estremisti distruggere antenne paraboliche e televisioni e addirittura le tombe considerate contrarie alle tradizioni islamiche.

Uno dei due condannati a morte
Uno dei due condannati a morte

Il Sinai ormai da diversi anni è il teatro di scontri tra le forze di sicurezza egiziane e i fanatici islamisti. Nel 2011, approfittando del caos seguito alla deposizione di Mubarak, nella strategica penisola è cominciata una vera e propria insurrezione armata da parte di gruppi jihadisti. Il più forte dei quali, Ansar Beit al-Maqdis, nel 2014 ha giurato fedeltà ad Al Baghdadi, capo del sedicente Stato islamico in Siria e Iraq. Sono centinaia i poliziotti e i militari caduti nelle imboscate dei terroristi e adesso sembra che il bersaglio della follia jihadista siano anche i civili, soprattutto di altre confessioni religiose. A dicembre del 2016, una bomba è esplosa all'interno del complesso che ospita anche la cattedrale copta di San Marco, in un quartiere centrale del Cairo uccidendo 28 persone. E in un video diffuso nel febbraio scorso, l'Isis minacciava direttamente i copti egiziani, la comunità cristiana più grande del Medio oriente.  Nel delirante messaggio venivano addirittura elencati i nomi di coloro che dovevano abbandonare il Sinai, pena l’uccisione. A seguito della morte di sette membri della chiesa copta avvenuta il mese scorso, circa 400 fedeli hanno lasciato le loro case per rifugiarsi a Ismailia, a un centinaio di chilometri dal Cairo.

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