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Israele, sesso nell’auto dell’Onu: sospesi i due dipendenti sotto inchiesta

Congedo non retribuito per i due impiegati incastrati da una clip circolata sui social il mese scorso. Si tratta di due membri dell’Organizzazione Onu di supervisione dell’armistizio della tregua (Untso), una delle più vecchie missioni di peacekeeping con base in Israele.
A cura di Biagio Chiariello
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Due dipendenti delle Nazioni Unite sono stati sospesi in congedo non retribuito dopo essere stati sorpresi a fare sesso in un Suv 4×4 con l'emblema dell’ONU. In un filmato di 18 secondi, ampiamente diffuso sui social network, si vede una donna con un vestito rosso a cavalcioni di un uomo sul sedile posteriore  dell’auto.  La clip era stata girata sul lungomare di Tel Aviv, in Israele. Il rapporto sessuale avviene mentre l'autista guida l'auto in mezzo al traffico, nella più totale indifferenza dei due personaggi del filmato.

Dopo un'inchiesta, le Nazioni Unite hanno identificato i due uomini coinvolti: due membri dell'Organizzazione Onu di supervisione dell'armistizio della tregua (Untso), una delle più vecchie missioni di peacekeeping con base in Israele. "Tolleranza zero per i comportamenti sessuali scorretti tra il personale delle Nazioni Unite", aveva detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. Il suo portavoce, Stéphane Dujarric, ha descritto alla Bbc il comportamento della coppia, definendolo "ripugnante. Quanto accaduto va contro ogni nostro principio e sforzo di eliminare le cattive condotte dello staff". La missione Untso – ha aggiunto Dujarric – si è "reimpegnata in una campagna di sensibilizzazione per ricordare al personale i suoi obblighi verso il Codice di condotta dell'Onu".

Le Nazioni Unite hanno delle regole molto severe per le accuse di condotta sessuale inopportuna: i responsabili possono essere rimpatriati o addirittura allontanati da qualsiasi operazione di peacekeeping. Dalle riprese del video il luogo è stato riconosciuto come HaYarkon Street, un'area molto nota sul lungomare di Tel Aviv. Un rapporto dell' Onu ha confermato 175 accuse di sfruttamento e abusi sessuali nel 2019 da parte del suo personale.

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