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Covid 19

Incubo Coronavirus a Pechino, 31 nuovi casi in 24 ore: scuole chiuse e voli cancellati

Sale l’allerta Coronavirus a Pechino, dove nelle ultime 24 ore sono stati registrati 31 nuovi casi, portando il totale a quota 137 nel giro di una settimana, da quando è scoppiato il focolaio nel mercato di Xinfadi: stop ai collegamenti aerei, scuole chiuse e decine di quartieri in lockdown per frenare la diffusione del contagio. In affanno le Borse Asiatiche.
A cura di Ida Artiaco
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I timori per una seconda ondata dell'epidemia di Coronavirus crescono sempre di più a Pechino, dove continuano a registrarsi nuovi casi di infezione dopo il focolaio scoppiato nel mercato alimentare all'ingrosso di Xinfadi, il più grande di tutta l'Asia con oltre 1 milione di metri quadri e all’incirca 10mila addetti. Nelle ultime 24 ore altre 31 persone sono risultate positive al nuovo virus, come hanno reso noto le autorità locali in una nota postata sul social media cinese Weibo, precisando che 19 dei nuovi contagi riguardano il distretto Fengtai, dove è scoppiato un nuovo focolaio la scorsa settimana, portando così il totale a superare quota cento unità, 137 per la precisione dallo scorso 11 giugno, quindi in meno di una settimana. Una situazione che sta andando fuori controllo, basti pensare che nello scalo della megalopoli cinese sono stati cancellati almeno 1.255 voli, pari al 70% del totale, come riporta il quotidiano People's Daily.

Scuole chiuse, quartieri in lockdown e test di massa

Stop, quindi, a tutti i collegamenti aerei con Pechino per preservare la salute pubblica, hanno spiegato le autorità. Sospesi anche i collegamenti con i bus per l'aeroporto. L'incubo di una nuova possibile ondata dell'emergenza Covid-19 nel Paese del Dragone, lì dove tutto è cominciato alla fine dello scorso anno, sta inoltre gettando nel panico le Borse asiatiche, che sono miste e incerte. Tokyo arretra dello 0,54%, Hong Kong dello 0,26%, Shanghai sale dello 0,02% e Seul avanza dello 0,12%. Sulla Capitale pesano le misure restrittive che sono state adottate per frenare la diffusione del contagio, a cominciare dalla chiusura delle scuole. Limitati al 30 per cento della loro possibilità anche gli ingressi a musei, biblioteche e gallerie e vietati i raduni con più di cento partecipanti. In lockdown una decina di quartieri dove sono stati istituiti dei veri e propri checkpoint di sicurezza 24 ore su 24 per monitorare ingressi e uscite. In quelli vicini al mercato di Xinfadi, considerati ad alto rischio, è stato dato l'ordine di mettere in quarantena i residenti e di sottoporli a test per il virus. Incoraggiato il lavoro a distanza per le aziende che possono farlo e consigliato l'ingresso scaglionato dei dipendenti laddove necessaria la presenza. Inoltre, sono stati schierati 100mila operatori sanitari per eseguire 400mila test al giorno.

Virus sul tagliere del salmone? La Svezia e la Cina smentiscono

Chen Bei, vice segretario generale del governo popolare municipale di Pechino, ha dichiarato: "La nostra città si trova in grave pericolo a causa di casi importati e diffusi in tutto il Paese". Nuovi casi nelle province di Hebei, Liaoning, Sichuan e Zhejiang sembrano infatti tutti collegati al cluster di Pechino, il che ha spinto altre città ad imporre misure di quarantena ai viaggiatori in arrivo da Pechino. A partire da martedì scorso, Macao richiede che tutti gli arrivi da Pechino siano sottoposti a 14 giorni di osservazione medica. Il nuovo focolaio è scoppiato nella megalopoli cinese dopo due mesi in cui non si registravano casi e si stava ritornando gradualmente alla normalità. Secondo alcuni funzionari locali, il virus sarebbe stato rintracciato sui taglieri di salmone di importazione europea presenti nel mercato di Xinfadi, ma mancano conferme ed anche l'Oms chiede di fare chiarezza. Tuttavia, dopo che la polemica ha tenuto banco per qualche giorno, è arrivata una smentita decisa da parte delle autorità cinesi e norvegesi: il salmone, con il nuovo focolaio, non c’entra nulla. "Siamo in grado di eliminare l’incertezza e di conseguenza anche l’interruzione delle esportazioni di salmone in Cina", ha detto il ministro della Pesca norvegese, Odd Emil Ingebrigtsen nel corso di una videoconferenza con la stampa. Sta di fatto che è tornata la paura legata a Covid-19 per 21,54 milioni di abitanti.

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