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In Israele metà della popolazione ha avuto almeno una dose di vaccino covid: le scorte ad altri Paesi

Il traguardo del 50% dei cittadini con almeno una dose di vacino covid in Israele ha permesso di riaprire dopo il terzo blocco covid scattato alla fine di dicembre. Da domenica infatti possono aprire negozi, biblioteche e musei anche se sono sempre necessarie le distanze sociali e i dispositivi di protezione. Israeliano ora si è impegnato a inviare migliaia di vaccini anti covid ad alcuni Paesi ma no ai palestinesi.
A cura di Antonio Palma
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La vaccinazione anti covid è stata un successo in Israele dove ad oggi metà della popolazione ha avuto almeno una dose di antidoto contro il coronavirus. Il traguardo del 50% dei cittadini con almeno una dose è stato raggiunto ieri quando,  stando ai dati del ministero della Sanità di Tel Aviv, le persone a cui è stata somministrata almeno una dose dell'antidoto hanno raggiunto quota  4.507.325 su circa 9 milioni di residenti nel Paese. Una traguardo arrivato anche grazie alla scelta di allungare il più possibile il tempo tra la prima e la seconda dose per raggiungere quante più persone possibili nel più breve tempo possibile sfruttando la maggior parte delle fiale a disposizione.

Oltre 3 milioni di vaccinati completi

Anche se come numeri assoluti ovviamente non figura tra i primi tre, figurando dietro a Usa , Cina e Regno Unito, Israele invece stacca largamente qualsiasi altro Paese per dosi di vaccino anticovid somministrate per ogni cento abitanti, arrivando a 84. Quelli che hanno avuto anche la seconda dose sono invece 3.123.136 per un totale di oltre 7 milioni e mezzo di dosi somministrate. Al momento non possono essere immunizzati per vari motivi circa 3 milioni di israeliani, inclusi gli under 16 anni e coloro che sono guariti dall'infezione.  Anche per questi ultimi però si sta valutando una soluzione che ala momento ipotizza l'inoculazione di una sola dose del vaccino anticovid.

In Israele Riaprono musei e zoo

Forte di questo successo Israele già da alcuni giorni ha deciso di riaprire dopo il terzo blocco covid scattato alla fine di dicembre dopo una recrudescenza del virus. Da domenica infatti possono aprire negozi, biblioteche e musei anche se sono sempre necessarie le distanze sociali e i dispositivi di protezione come le maschere. Con l' allentamento delle misure restrittive, le persone possono ora accedere ai centri commerciali ma anche alle attrazioni turistiche come gli zoo finora rimaste chiuse.

Certificato vaccino covid  per accedere a palestre e hotel

Possono riaprire anche una serie di altre strutture tra cui palestre, hotel e sinagoghe tuttavia per accedervi è richiesto una specie di "passaporto", un Green Pass, un certificato che può essere ottenuto solo una volta vaccinati. La certificazione si può ottenere dal ministero della Sanità tramite un'app, sarà valido una settimana dopo la seconda dose e fino a sei mesi. "Siamo il primo paese al mondo che si sta riprendendo grazie ai milioni di vaccini che abbiamo somministrato", ha twittato il primo ministro Benjamin Netanyahu".

Il nodo vaccino covid per i palestinesi

Il Governo israeliano si è impegnato ora a inviare migliaia di vaccini anti covid ad alcuni Paesi  alleati scatenando però le polemiche sul mancato aiuto ai palestinesi che finora hanno ricevuto poco più di 5mila dosi  del vaccino russo Sputnik Vche verrà utilizzato su pazienti più fragili. Martedì, i governi della Repubblica Ceca e dell'Honduras hanno confermato che Israele aveva promesso loro 5.000 dosi di vaccino prodotte da Moderna almeno il doppio delle dosi di quanto Tel Aviv ha promesso finora ai quasi cinque milioni di palestinesi. "Poche settimane fa c'erano dei punti interrogativi sul fatto che avessimo abbastanza vaccini per la nostra gente", ha dichiarato però Mark Regev, un consigliere del primo ministro Benjamin Netanyahu, aggiungendo: "Ora che sembra di sì, possiamo essere più disponibili con i nostri vicini. Il virus non si fermerà al confine e abbiamo un forte interesse che i palestinesi avere l'antidoto"

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