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Covid 19

In Iran ogni due minuti una persona muore di Covid

L’Iran sta affrontando la quinta ondata di contagi: nell’ultima settimana sono morti in media 493 pazienti al giorno, e si tratta del bilancio più alto dall’inizio dell’emergenza sanitaria nel paese. Ad oggi, secondo i dati raccolti dalla Johns Hopkins University, il paese ha registrato oltre 4,2 milioni di casi di coronavirus con 95.647 morti.
A cura di Davide Falcioni
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In Iran "ogni due secondi una persona viene infettata" a causa dal coronavirus e "quasi ogni due minuti una persona muore di Covid-19". A riferirlo, due giorni fa, è stata la tv di Stato spiegando che il paese è alle prese con la quinta ondata di contagi e con un numero di vittime estremamente alto: solo nell'ultima settimana, infatti, sono morti in media 493 pazienti al giorno, e si tratta del bilancio più alto dall'inizio dell'emergenza sanitaria nel paese. Ad oggi, secondo i dati raccolti dalla Johns Hopkins University, l'Iran ha registrato oltre 4,2 milioni di casi di coronavirus con 95.647 morti. Dopo una primavera relativamente tranquilla a luglio i contagi sono tornati ad aumentare a causa della diffusione della variante Delta, che ha trovato davanti a sé letteralmente terreno spianato: l'Iran, infatti, otto mesi fa ha rifiutato di acquistare i vaccini sviluppati negli Stati Uniti (Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson) puntando esclusivamente sull'anglo-svedese AstraZeneca e sul cinese Sinopharm, senza tuttavia riuscire a immunizzare un adeguato numero di persone. Ad oggi, secondo Our World in Data, solo l'15,5% degli iraniani ha ricevuto almeno una dose di vaccino e solo il 3,5% è stato completamente vaccinato.

La decisione dell'ayatollah Ali Khamenei di non acquistare i vaccini sviluppati e prodotti negli Stati Uniti è stata nelle ultime settimane criticata dalla popolazione, convinta che si sia trattato di una scelta esclusivamente politica con conseguenze drammatiche sulla diffusione del virus. La guida suprema del paese lo scorso gennaio aveva apertamente accusato gli USA di voler sperimentare i suoi vaccini sugli iraniani, ma molti medici hanno contestato tale approccio sostenendo che – di fronte a un'emergenza sanitaria – la priorità avrebbe dovuto essere quella di salvare più vite possibili. "Si è trattato di un'impostazione ideologica di fronte a un problema di salute", ha detto ad ABC News uno psichiatra iraniano. "È stata una decisione presa per dimostrare che la Repubblica islamica non importerà prodotti medici da un paese definito il Grande Satana. Ma questa scelta è costata migliaia di vite".

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