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Il padre di Salah Abdeslam: “Spero mio figlio parli, non possiamo uscire di casa”

Il padre di Abdeslam per la prima volta ai microfoni di radio Europe 1: “Spero che tutti parleranno, non so come siano entrati in questi imbrogli, non capisco cosa abbiano in testa”. Secondo la procura dopo l’arresto di Salah la cellula di terroristi avrebbe deciso di colpire Bruxelles.
A cura di Susanna Picone
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Mentre dalla procura di Bruxelles arriva la conferma che i responsabili degli attentati del 22 marzo avrebbero voluto colpire, dopo la strage del 13 novembre di Parigi, nuovamente la Francia, dal Belgio parla per la prima volta il padre di Salah Abdeslam, sospettato chiave degli attacchi di Parigi. Salah è stato arrestato il 18 marzo nel suo quartiere natale di Molenbeek e sarebbe stata proprio la svolta nelle indagini a far cambiare piani a Mohamed Abrini e gli altri responsabili degli attentati di Bruxelles del 22 marzo. Abrini, che sostiene di essere l’uomo col cappello che la polizia belga cercava dal giorno degli attentati, e gli altri terroristi di Bruxelles dopo l’arresto di Salah avrebbero insomma deciso di agire più in fretta e dunque di non colpire più Parigi ma di compiere un attentato “in casa”. Secondo gli inquirenti insieme ad Abrini facevano parte del commando di Zaventem Najim Lachraoui e Ibrahim El Bakraoui, i due kamikaze.

L’intervista del padre di Salah: “Chi ha commesso crimini deve pagare” – Il padre di Salah Abdeslam, 67 anni, è stato intervistato dalla radio Europe 1 all’uscita del carcere di Bruges, dove suo figlio è rinchiuso in attesa di estradizione verso la Francia. È apparso come un uomo “triste” e ancora “incredulo” per quanto accaduto e ha detto di sperare che Salah a questo punto possa collaborare con la giustizia. “Spero che tutti parleranno – ha detto l'uomo – non so come i ragazzi siano entrati (…) in questi imbrogli, davvero, non capisco cosa abbiano in testa”. “Chi ha commesso dei crimini deve pagare”, ha aggiunto l’uomo. “Io sono qua in Belgio da 40 anni, eravamo tutti qua, felici, stavamo bene, uscivamo, si rideva, ora non si può neppure uscire di casa”, ha aggiunto ancora nel corso della sua prima dichiarazione pubblica dopo l’arresto del terrorista.

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