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Honduras: uccisa barbaramente l’attivista Berta Caceres, ‘nobel’ per l’ambiente

L’ecologista indigena nel 2015 aveva ricevuto il premio Goldman, il più importante riconoscimento mondiale per le attività a favore dell’ambiente. La madre: “La polizia dice che è una rapina, ma noi tutti sappiamo che è accaduto per le sue battaglie”.
A cura di Biagio Chiariello
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Le hanno sparato addosso mentre dormiva in casa nel suo letto. Così è stata assassinatala la nota militante ecologista indigena honduregna, Berta Caceres, madre di quattro figli, insignita lo scorso anno del Goldman Prize, sorta di Nobel per l’Ambiente, assegnato agli ecoattivisti che si sono contraddistinti per il loro impegno. Le hanno sparato nella sua abitazione a La Speranza, circa duecento chilometri a nord-ovest di Tegucigalpa. Secondo la polizia si è trattato di una rapina, ma la madre di Berta, intervistata dalla rete televisiva TV Globo, ha denunciato che sua figlia “come tutti sappiamo, è stata uccisa a causa della sua lotta” ecologista. E in tal senso, la Commissione interamericana dei diritti dell'Uomo aveva richiesto al governo misure per garantire la sicurezza della militante, ma la Caceres non aveva ricevuto di fatto alcuna protezione, sebbene le autorità le avessero promesso una scorta che, evidentemente, non era presente al momento dell'agguato.
La barbara esecuzione è stata subito condannata dal presidente honduregno Juan Orlando Hernandez, che tramite il suo portavoce Jorge Alcerro, “ha ordinato alle forze di sicurezza di trovare con ogni mezzo i responsabili di questo crimine abominevole”.  Berta Caceres aveva acquisito fama in tutto il Paese (e non solo) per la sua battaglia in nome dell’ambiente contro lo sfruttamento del territorio da parte di aziende minerarie e idroelettriche, in particolare si era battuta in difesa del fiume Gualcarque, nel dipartimento dei Sanata Barbara, nel Nord-ovest dell'Honduras, minacciato da un progetto per la costruzione di una diga che, a suo parere, poneva a rischio "l'approvvigionamento di acqua, alimenti e medicine di centinaia di indigeni, ignorando il loro diritto a una gestione sostenibile del loro territorio". La costruzione era stata peraltro approvata senza il consenso della comunità,  contravvenendo alla Convenzione sul diritto all’autodeterminazione dei popoli indigeni.

La figura della Caceres era diventata un vero e proprio punto di riferimento per la causa indigena. Lei stessa aveva difeso i diritti delle popolazioni dell'Honduras di fronte alla Corte europea di Strasburgo, alla Banca Mondiale e anche in Vaticano. “La morte di Berta avrà un impatto devastante per le organizzazioni di difesa dei diritti umani", è l’amaro commento di Erika Guevara-Rosas, responsabile per le Americhe di Amnesty International, secondo la quale l'uccisione di Caceres "è una tragedia che si poteva prevedere da anni, perché vittima di una campagna di minacce e intimidazioni a causa della sua lotta ambientalista".

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