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Giappone, nucleare: fallito il raffreddamento nella centrale di Fukushima

In Giappone falliscono i tentativi di raffreddamento dei nuclei dei reattori della centrale nucleare di Fukushima. In Italia, Romani invita alla riflessione sul nucleare.
A cura di Fernanda Pica
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nucleare in giappone

Dopo il terremoto dell'11 Marzo, che ha scatenato l'onda anomala dello tsunami, ora gli occhi del mondo sono puntati sulla centrale nucleare di Fukushima, situata a nord del Giappone.

In queste ore, i tecnici nipponici stanno lavorando per evitare la fusione dei nuclei dei reattori, ma in base alle ultime notizie, i tentativi di raffreddamento degli impianti eseguiti con l'ausilio di elicotteri e cannoni che hanno riversato enormi quantità d'acqua sulla centrale, non hanno riscontrato esiti positivi. Al contrario, le radiazioni emesse nella zona attorno alla centrale atomica di Fukushima registrano un aumento. Si è passati infatti da 3.700 microsievert all'ora a 4.000 e il dato si rivela davvero preoccupante se consideriamo che all'anno il valore che gli esperti stimano come sicuro è pari a 1000. Nel frattempo sale il bilancio delle vittime e dei dispersi, arrivando alla spaventosa quota di 15.023 persone.

E mentre il Giappone combatte contro le radiazioni emesse dalle esplosioni della centrale di Fukushima, in Italia cominciano a delinearsi i primi segni di cedimento del programma sull'energia nucleare portato avanti dalla maggioranza di governo.

A fare un piccolo passo indietro sul piano di sviluppo del nucleare in Italia, è il ministro delle Sviluppo Economico Paolo Romani che invita tutti ad un'attenta riflessione sulla questione energetica: "Il Paese deve fermarsi un attimo e capire che cosa stiamo facendo e soprattutto non si possono fare scelte che non siano condivise da tutti. Non è in discussione che il Paese debba andare verso l'energia nucleare ma i tragici eventi del Giappone impongono di riflettere sulla sicurezza degli impianti e di aprire – ha concluso Romani – un dibattito europeo sulla affidabilità degli stress test delle 150 centrali nucleari del continente". Più decisa appare invece la posizione del leader della Lega, Umberto Bossi: "Decide il territorio. Il Veneto il nucleare non lo vuole e loro sono autosufficienti dal punto di vista energetico". Infine, anche l'oncologo Umberto Veronesi, presidente dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, ha dichiarato che la tragedia di Fukushima costringe tutti ad "una pausa di riflessione".

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