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Covid 19

Fine coprifuoco in Spagna e Belgio: folla a Madrid e Barcellona, lacrimogeni a Bruxelles

La Spagna ha decretato la fine dello stato d’emergenza e di conseguenza del coprifuoco: migliaia di persone allo scoccare della mezzanotte sono scese a festeggiare nella capitale Madrid, ma anche a Barcellona, Siviglia, Valencia e Salamanca. Anche il Belgio ha rimosso il coprifuoco: per liberare una piazza è dovuta intervenire la polizia con idranti e gas lacrimogeni.
A cura di Davide Falcioni
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Nonostante i quasi 80mila morti dall'inizio della pandemia la Spagna ha deciso di rimuovere alcune delle restrizioni imposte negli ultimi mesi per contenere i contagi da coronavirus: Madrid ha infatti revocato lo stato di emergenza in vigore da ottobre per combattere la pandemia di Covid-19, consentendo agli spagnoli di viaggiare tra le regioni per la prima volta da sei mesi. La misura, la cui revoca era stata annunciata nei giorni scorsi, è scaduta a mezzanotte. In gran parte delle regioni, la fine delle misure eccezionali ha significato anche la revoca del coprifuoco, salutata con gioia dai residenti di molte città che si sono riversati nelle strade e nelle piazze e non di rado hanno dato vita ad assembramenti pericolosi.

Migliaia di cittadini sono scesi in piazza allo scoccare della mezzanotte nella capitale Madrid, ma anche a Barcellona, Siviglia, Valencia e Salamanca. Il sindaco di Madrid, José Luis Martínez-Almeida, ha riferito che questa mattina, la prima senza coprifuoco, ci sono stati più di 450 interventi della polizia municipale nella capitale. Il primo cittadino ha definito "deplorevoli" le immagini degli assembramenti e ha avvertito che "la libertà non consiste nell'infrangere le regole". A Barcellona la fine delle misure restrittive introdotte per limitare i contagi è coinciso con la giornata più calda dell'anno, con i bar, le spiagge e le piazze prese d'assalto.

Alla fine dello stato di emergenza non corrisponde anche la fine delle restrizioni, che potranno infatti essere imposte dalle amministrazioni locali sulla base dell'andamento dei contagi e della saturazione degli ospedali. Le 17 comunità autonome possono, ad esempio, continuare a limitare l'orario di apertura o il numero di avventori di bar, ristoranti o negozi. Possono anche richiedere il ripristino del coprifuoco o la chiusura del loro territorio ma ora per farlo necessitano dell'approvazione di un tribunale.

Il pericolo che la fine dello stato d'emergenza si trasformi in un "liberi tutti" appare concreto. Secondo Elena Vanessa Martínez, presidente della Società spagnola di epidemiologia (SEE), "abbiamo ancora troppi casi". È infatti trascorsa solo una settimana da quando le curve dei nuovi positivi e dei ricoveri ha iniziato a flettere: in otto comunità – tra le quali Madrid, Catalogna, Paesi Baschi e Aragona – l'incidenza è ancora di oltre 200 casi ogni 100 mila  abitanti. "Ci sono molte persone infette in grado di trasmettere il virus. La percentuale della popolazione vaccinata è ancora bassa. In questa situazione, sono preoccupata per il messaggio rassicurante che viene trasmesso con la fine dello stato di emergenza e la revoca del coprifuoco. Ciò aumenterà la mobilità e promuoverà la circolazione del virus”, ha aggiunto Martínez.

Belgio: a Bruxelles migliaia di persone in piazza sgomberate dalla polizia

Anche in Belgio il governo ha deciso di abolire il coprifuoco la notte tra venerdì e sabato dopo settimane di miglioramento della situazione epidemiologica. A Ixelles, città della regione di Bruxelles, diverse migliaia di persone si sono radunate la scorsa notte in Place Saint-Croix ed è stato necessario un intervento della polizia per disperdere la folla. Gli appelli degli agenti però non sono stati sufficienti e si è dovuti ricorrere a metodi molto più cruenti, come l'impiego di idranti e gas lacrimogeni: intorno all'una e trenta un massiccio schieramento di forze dell'ordine ha disperso gli avventori, la gran parte dei quali erano ubriachi e non indossavano la mascherina. Yves Van Laethem, portavoce interfederale della lotta al Covid, ha condannato gli assembramenti spiegando che non dovranno più ripetersi in futuro e facendo appello al senso di responsabilità dei cittadini.

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