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“Dio” sarà neutro e lo spirito santo diventerà “femminile”

Lo ha deciso la Chiesa evangelica luterana di Svezia, che è una chiesa di Stato: i suoi rappresentanti vengono scelti con pubbliche elezioni, simile a quelle per il Parlamento.
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L'arcivescovo Jackelen con papa Francesco nel corso della recente visita di quest'ultimo in Svezia per celebrare i 500 anni della Riforma di Martin Lutero.
L'arcivescovo Jackelen con papa Francesco nel corso della recente visita di quest'ultimo in Svezia per celebrare i 500 anni della Riforma di Martin Lutero.

“Dio è papà; più ancora è madre”. Come già reso noto negli scorsi giorni, la chiesa evangelica nazionale svedese è andata ben oltre rispetto a queste famose parole di Giovanni Paolo I, pronunciate nel corso di una omelia in Vaticano nell’ormai lontano 1978: ha chiesto ai fedeli di evitare di riferirsi a Dio con termini al maschile, utilizzando parole e pronomi di carattere neutro. Niente più “Signore” o “Lui” rivolte a Dio: non essendo la divinità umana, non ha senso affibbiargli una categoria del mondo, secondo l’arcivescovo Antje Jackelen. Dio, insomma, non ha sesso. Anche se si è incarnato sulla terra in una figura maschile, quella di Gesù Cristo.

La Chiesa di Svezia, però, nello spiegare le novità con un comunicato stampa, ha fatto anche sapere una novità che ai più era sfuggita in un primo momento: lo Spirito Santo cambierà genere nella lingua scandinava e, da maschile, diventa femminile. Una bella rivoluzione lessicale, insomma.

Le novità, appoggiate dalla Jackelen, diventeranno effettive a partire dal prossimo 20 maggio 2018. Anche in Svezia la decisione ha suscitato polemiche: il teologo Christer Pahlmblad ha dichiarato ad un quotidiano “non è davvero una mossa intelligente far diventare la chiesa di Svezia nota come quella che non rispetta il patrimonio teologico comune”.

La Jackelen è a capo della chiesa nazionale di Svezia (già: in Svezia non c’è una rigida separazione tra Stato e chiesa…) che ha sede non nella capitale Stoccolma ma a Uppsala e che conta oltre sei milioni di battezzati in un Paese di dieci milioni di abitanti. Ordinata sacerdotessa nel 1980, in possesso di dottorato in teologia dal 1999, ritiene che sia necessario “utilizzare un linguaggio di genere più inclusivo”. Guida una chiesa che ha una struttura assembleare: per eleggere il Sinodo ci sono elezioni simili a quelle per eleggere un qualsiasi consiglio comunale, con tanto di partiti politici di stampo religioso. Anzi, spesso i partiti politici presentano proprie liste alle elezioni per la chiesa luterana. Inutile dire che le modifiche degli ultimi giorni sono state fortemente volute dai movimenti più progressisti all’interno ed all’estero della chiesa.

La chiesa di Svezia ha già smentito che per Dio sarà utilizzato il pronome neutro, che, a differenza delle lingue neolatine, esiste in svedese: “hen”. “Dio è oltre lei o lui. Dio è molto di più” ha spiegato Sofija Pedersen Videke, capo del comitato per il culto, che ha contribuito a scrivere le nuove linee guida sulla materia. Durante le celebrazioni si potrà utilizzare in maniera alternativa una delle tre formule, di cui una è neutra: “Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo”; “Padre, Figlio e Spirito Santo”; “Dio trino”. Lo Spirito Santo, invece, diventerà ufficialmente femminile, perché, secondo la chiesa svedese, il termine apparteneva a questo genere in aramaico antico.

Per tornare a Giovanni Paolo I, un altro Papa, Benedetto XVI, lo aveva smentito venticinque anno dopo: “Madre non è un titolo di Dio, non è un appellativo con cui rivolgersi a Dio. Noi preghiamo così come Gesù, sullo sfondo della Sacra Scrittura, ci ha insegnato a pregare, non come ci viene in mente o come ci piace. Solo così preghiamo nel modo giusto.” Con buona pace anche della arcivescovo (o arcivescova?) Jackelen, per la quale quello che pensano i pontefici romani non ha alcun valore.

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