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Da gennaio le vostre sveglie digitali non funzionano bene? Ecco perché

A causa di conflitti politici e relative problematiche energetiche, l’Europa sta sperimentando da metà gennaio deviazioni energetiche che possono aver causato il malfunzionamento di alcuni orologi digitali.
A cura di Antonio Palma
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Da qualche settimana vi siete accorti che la vostra sveglia digitale sul comodino è andata improvvisamente indietro di alcuni minuti e avete pensato che fosse rotta? Potete stare tranquilli perché non è colpa dello strumento, che funziona ancora, ma di una questione puramente politica a livello di nazioni. Potrebbe sembrare strano ma è  quanto ha spiegato in un comunicato l’Entsoe (European Network of Transmission System Operators for Electricity) l’organismo che rappresenta gli operatori di trasmissione di reti elettriche in 25 Paesi europei, compresa l'Italia ma anche la Serbia e il Kosovo. Proprio a causa delle diatribe tra questi due ultimi  Paesi sarebbe nato l'inconveniente che coinvolge gli orologi digitali europei. Stando ai calcoli dello stesso ente da gennaio sveglie e altri apparecchi analoghi come quelli dei forni a microonde avrebbero accumulato un ritardo di circa 5-6 minuti  che poterebbero aumentare se i problemi non verranno risolti.

Il tutto a causa di "continue e significative deviazioni energetiche" nel sistema elettrico europeo, causate proprio dalla carenze nella fornitura di uno degli operatori energetici  a loro volta dovute alle diatribe politiche tra autorità di Serbia e Kosovo. In pratica il Kosovo non ha generato abbastanza elettricità per soddisfare il proprio fabbisogno e la Serbia avrebbe dovuto per legge coprire la sua necessità, ma per una tensione politica, che si protrae ormai dalla proclamazione di indipendenza dieci anni fa, non è intervenuta. Gli altri operatori sono stati così costretti a deviare la rete elettrica innescando questo malfunzionamento degli orologi che utilizzano la frequenza di rete elettrica per funzionare.

Per risolvere la questione l'’Entsoe ha fatto sapere di essere al lavoro con gli operatori di settore  per prendere in esame qualunque soluzione tecnica che possa risolvere il problema. L'idea è di introdurre nella rete una ulteriore dose di energia per far tornare l’equilibrio nei 25 Paesi interessati ma non si sa chi e come compenserà l'energia mancante. "Riportare il sistema alla normalità potrebbe richiedere qualche settimana," hanno spiegato dall'Ente

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