Crolla miniera d’oro in Sudan, 11 morti: come erano costrette a lavorare le vittime per una produzione record

Tragedia in una miniera d'oro nel nord-est del Sudan. Qui undici minatori sono rimasti uccisi e altri sette hanno riportato ferite nel crollo della miniera: lo riporta la Sudanese Mineral Resources Company (Smrc), ovvero la compagnia mineraria statale di Khartum e per cui lavoravano le vittime. Nel dettaglio, il crollo è avvenuto in un pozzo artigianale nella miniera di Kirsh al-Fil nella remota area desertica di Howeid, situata tra le città di Atbara e Haiya, controllate dall'esercito.
Il Paese infatti dal 2023 si trova in guerra tra la giunta militare al governo e i paramilitari ribelli delle Forze di Supporto Rapido (Rsf): gli sforzi bellici di entrambe le parti sono stati in gran parte finanziati dall'industria aurifera sudanese. In questi tre anni il governo ha comunque annunciato una produzione record di oro di 64 tonnellate nel 2024. Sarebbe infatti uno dei Paesi principali per quanto riguarda la produzione di oro in Africa: le miniere interessate sarebbero però prive di misure di sicurezza e utilizzano sostanze chimiche pericolose che spesso causano malattie diffuse nelle aree circostanti. La crisi economica dovuta soprattutto alla guerra avrebbe convinto oltre due milioni di lavoratori a rischiare la vita pure di accettare l'impiego in miniera. Dopotutto da oltre tre anni in Paese si contano dieci milioni di sfollati.
Oltre a problemi di salute gran parte dell'oro prodotto in Sudan viene contrabbandato in Ciad, Sud Sudan ed Egitto, prima di raggiungere gli Emirati Arabi Uniti, il secondo maggiore esportatore di oro al mondo.