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Cosa sta succedendo tra Messico ed Ecuador dopo l’assalto all’ambasciata messicana a Quito

Domenica 7 aprile il personale diplomatico messicano ha lasciato Quito, dopo che il Messico ha deciso di interrompere le relazioni con l’Ecuador. A scatenare la crisi diplomatica è stato l’assalto della polizia ecuadoriana all’ambasciata messicana avvenuta venerdì notte per catturare l’ex vicepresidente Jorge Glas.
A cura di Eleonora Panseri
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Nella giornata di oggi, domenica 7 aprile, il personale diplomatico messicano ha lasciato Quito dopo la rottura delle relazioni con l'Ecuador in seguito all'assalto della polizia alla sua ambasciata avvenuta venerdì notte per catturare l'ex vicepresidente ecuadoriano Jorge Glas.

"Il nostro personale diplomatico lascia tutto in Ecuador e torna a casa con la testa alta e il nome del Messico ben alto dopo l'assalto alla nostra ambasciata", ha scritto sul social network X la ministra degli Esteri Alicia Bárcena.

L'assalto all'ambasciata messicana a Quito e l'interruzione dei rapporti diplomatici tra i due Paesi

La decisione è arrivata dopo che sabato il Messico, seguito dal Nicaragua, ha interrotto le relazioni diplomatiche con l'Ecuador. Inoltre, le autorità del Paese hanno fatto sapere che presenteranno ricorso alla Corte internazionale dell'Aja, contro l'Ecuador "per denunciare le violazioni del diritto internazionale".

A scatenare la grave crisi diplomatica che si è scatenata in soli tre giorni è stata l'irruzione della polizia nell'ambasciata messicana a Quito per arrestare un ex vicepresidente ecuadoriano, Jorge Glas, che vi si era rifugiato.

All'uomo, ricercato dalla giustizia del suo Paese, era stato appena concesso l'asilo da Città del Messico. Il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador ha denunciato una "flagrante violazione del diritto internazionale e della sovranità del Messico".

Il Nicaragua, che ha espresso "solidarietà" al Messico, ha seguito l'esempio, interrompendo a sua volta i rapporti con l'Ecuador. "Di fronte a questa azione insolita e condannabile (…), che viene irrevocabilmente respinta, prendiamo la decisione sovrana di interrompere tutte le relazioni diplomatiche con il governo ecuadoriano", ha dichiarato il governo del presidente Daniel Ortega in un comunicato stampa.

Netta condanna dalle istituzioni di tutto il mondo

Dalle Nazioni Unite agli Stati Uniti, dall'Europa all'America Latina, è unanime la condanna del raid dell'Ecuador. Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, attraverso il suo portavoce, ha fatto sapere di essere "allarmato" per il blitz, sottolineando l'importanza dell'inviolabilità delle ambasciate.

Anche l'Alto rappresentante dell'Unione europea, Josep Borrell, ha condannato la "violazione" dell'ambasciata messicana a Quito e ha rivolto "un appello per il rispetto del diritto diplomatico internazionale", mentre il portavoce del Dipartimento di Stato americano. Matthew Miller, ha incoraggiato "i due Paesi a risolvere le loro controversie secondo le norme internazionali".

I governi di tutto lo spettro politico dell'America Latina, Brasile e Colombia a sinistra, Argentina e Uruguay a destra, hanno criticato l'irruzione. Il governo brasiliano ha definito la mossa dell'Ecuador come una "chiara violazione della Convenzione americana sull'asilo e della Convenzione di Vienna, che stabilisce che i locali di una missione diplomatica sono inviolabili", aggiungendo che quanto avvenuto "costituisce un grave precedente". Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva su X ha espresso "tutta la mia solidarietà al presidente e amico Lopez Obrador".

L'esecutivo di Javier Milei ha invece ricordato che l'Argentina di recente ha concesso lo status dell'asilo nella sua ambasciata a Caracas "a sei leader politici venezuelani ed è in attesa del rilascio del relativo lasciapassare".

Il presidente colombiano, Gustavo Petro, dal suo profilo X ha insistito affinché "l'America Latina e i Caraibi, a prescindere dalle costruzioni sociali e politiche di ciascun Paese, mantengano vivi i precetti del diritto internazionale in mezzo alla barbarie che avanza nel mondo".

L'Organizzazione degli Stati Americani ha lanciato un appello al dialogo, aggiungendo che sarà convocata una sessione del Consiglio permanente dell'organismo per discutere della necessità di "un rigoroso rispetto dei trattati internazionali, inclusi quelli che garantiscono il diritto di asilo".

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