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Covid 19

Coronavirus Regno Unito, prime dosi del vaccino a dicembre per i medici in prima linea

Nel Regno Unito un vaccino contro il Coronavirus potrebbe arrivare in poche settimane per gli operatori sanitari del Nhs, il sistema sanitario nazionale britannico. I medici in prima linea saranno i primi a ricevere il farmaco e ciò potrebbe accadere prima di Natale. Un virologo di Bristol: “Il vaccino sta facendo tutto ciò che ci aspettavamo”.
A cura di Susanna Picone
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Nel Regno Unito accelera il piano di vaccinazione contro il Covid-19. La prima somministrazione del farmaco sviluppato dall’Università di Oxford e Astrazeneca potrebbe arrivare nel Paese in poche settimane per gli operatori sanitari del Nhs, il sistema sanitario nazionale britannico, impegnati in prima linea. I media britannici, citando il Mail on Sunday, scrivono che l’amministratore delegato del George Eliot Hospital nel Warwickshire, Glen Burley, ha comunicato con una mail al suo staff di aver confermato la disponibilità della sua struttura per ricevere il vaccino contro il Coronavirus entro Natale. Stando a questa comunicazione, i medici in prima linea del Regno Unito dovrebbero essere i primi a ricevere il farmaco già prima di Natale in due dosi a 28 giorni di distanza, in preparazione di una distribuzione di massa che il Servizio sanitario nazionale dovrebbe quindi cominciare a partire dalle prime settimane del nuovo anno. “Spero che un vaccino anti Covid-19 sia disponibile per gli operatori sanitari a dicembre”, ha detto anche Diane Wake, amministratore delegato del Dudley Group NHS Trust. Il Regno Unito, come d’altronde tutta Europa, sta facendo i conti con una nuova ondata del virus. Nelle ultime ore è stato registrato nel Paese un picco di 20.530 casi giornalieri di Covid-19 e 224 decessi.

Per il momento non esiste, comunque, una data precisa per la distribuzione del vaccino, ma c’è ottimismo. Un virologo dell’Università di Bristol ha detto che il vaccino “sta facendo tutto ciò che ci aspettavamo”. Secondo alcuni scienziati, però, la fretta di ottenere un vaccino potrebbe portare a qualcosa di efficace solo in parte e potrebbe frenare il lavoro per creare versioni migliori del farmaco. “I vaccini che arrivano più velocemente sono i più sperimentali. È possibile che non saranno così eccezionali e che altri, creati utilizzando metodi più collaudati ma più lenti, potrebbero essere migliori ", ha affermato il professor Adam Finn dell'Università di Bristol. “Diventerà tutto molto più difficile se molte persone avranno già ricevuto il primo vaccino”, ha aggiunto. Ad oggi risultano in sperimentazione circa 200 vaccini candidati contro il coronavirus SARS-CoV-2. La maggior parte si trova ancora nella fase preclinica della sperimentazione, mentre circa 40 sono entrati in quella clinica, ovvero vengono testati sull'uomo. Fra questi ultimi ce ne sono una decina entrati nella Fase 3, cioè quella che, se superata, porta all'autorizzazione e all'immissione in commercio del vaccino.

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