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Covid 19

Positiva al Coronavirus la moglie del premier canadese Justin Trudeau: i due sono in isolamento

La moglie del primo ministro canadese Justin Trudeau è risultata positiva al coronavirus. Sophie Trudeau aveva iniziato a sviluppare sintomi influenzali ed è stata quindi sottoposta al tampone: al momento si trova in quarantena. Anche il premier canadese, che nelle scorse ore ha sentito Donald Trump al telefono, sarebbe in auto-isolamento precauzionale.
A cura di Annalisa Girardi
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Sophie Grégoire Trudeau, la moglie del primo ministro canadese Justin Trudeau, è risultata positiva al coronavirus. Lo ha annunciato lo stesso premier, il quale per precauzione si trova ora in isolamento. "Sfortunatamente, i risultati del test di Sophie al Covid-19 sono positivi. Per questo resterà in quarantena al momento. I suoi sintomi sono lievi, si sta curando e seguendo le raccomandazioni del nostro medico", scrive il primo ministro canadese su Twitter. Per poi aggiungere: "Io sto bene, al momento non mostro alcun sintomo del virus. Tuttavia, anche io mi terrò a quanto raccomandato dal medico e rimarrò in auto-isolamento per ora. Come ho fatto oggi, continuerò a lavorare da casa, presenziando a riunioni via video e teleconferenza".

A quanto riporta l'ufficio stampa del premier, Trudeau non sarebbe stato sottoposto al tampone in quanto non presenterebbe alcun sintomo. Trudeau annuncia anche che nelle prossime ore parlerà con i leader territoriali, tra cui gli indigeni, per coordinare la risposta allo scoppio dell'epidemia in Canada. Il premier sottolinea anche l'importanza di limitare l'impatto del Covid-19 all'economia, e raccomanda a tutti i cittadini canadesi si seguire le raccomandazioni delle autorità mediche.

Intanto nel mondo i casi di coronavirus sono più di 128mila: sono i dati della Johns Hopkins University, secondo cui il Covid-19 avrebbe ucciso già ucciso oltre 5mila persone da quando si sono registrati i primi casi in Cina lo scorso dicembre. Il virus continua a diffondersi anche negli Stati Uniti, dove i decessi sarebbero aumentati a 41, di cui l'ultima vittima un settantenne del Kansas. E Bill del Blasio, sindaco di New York, ha dichiarato lo stato d'emergenza per la città, in seguito all'aumento repentino dei casi. Trudeau nelle scorse ore si sarebbe sentito al telefono con il presidente Donald Trump per considerare la strategia alla frontiera tra i due Paesi.

Ma nel frattempo arrivano anche le buone notizie: nell'ultimo bollettino diffuso da Pechino si contano appena 8 nuovi casi positivi e 7 decessi, di cui 6 nella provincia dell'Hubeu, l'epicentro dell'epidemia. Che ormai possiamo definire ufficialmente pandemia, come sancito dall'Oms. Per quanto riguarda le guarigioni, ormai queste in Cina sono l'80% dei contagi finora accertati. Anche in Corea del Sud per la prima volta ci sono stati più guariti che contagiati, a quanto afferma Seul.

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