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Come stanno andando i processi a Donald Trump, a quattro mesi dalle elezioni negli Stati Uniti

Sono finite le udienze del processo in cui Trump è accusato di frode per un pagamento all’attrice porno Stormy Daniels. Il secondo processo, per aver nascosto documenti classificati nella sua villa Mar-a-Lago, doveva partire il 20 maggio ma è stato rinviato. Gli altri due riguardano le elezioni del 2020, ma difficilmente inizieranno prima del voto di novembre.
A cura di Pietro Forti
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Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti si terranno il 5 novembre del 2024 e i due candidati principali, l'attuale presidente Joe Biden e il suo predecessore Donald Trump, sono impegnati nella campagna elettorale. Trump, tuttavia, sta affrontando anche un processo penale: è il primo ex presidente della storia del Paese a essere sottoposto a un procedimento di questo tipo.

Il tycoon è stato rinviato a giudizio quattro volte e per ognuno dei reati contestati dovrà affrontare un processo: è accusato di aver cospirato contro gli Stati Uniti durante la rivolta di Capitol Hill del 6 gennaio del 2021, del tentativo di ribaltare il risultato delle elezioni 2020 in Georgia, di aver nascosto documenti classificati nella sua villa Mar-a-Lago a Palm Beach in Florida e di aver pagato 130mila dollari all'attrice porno Stormy Daniels per non rivelare di aver fatto sesso con Trump, che invece nega di aver avuto una relazione con Daniels. L'ex presidente sta affrontando in questi giorni quest'ultimo processo, l'unico che potrebbe concretamente chiudersi prima delle elezioni presidenziali.

A che punto è il primo processo contro l'ex presidente

Il reato per cui è stato incriminato Trump, nello specifico, non è il pagamento a Stormy Daniels, che di per sé negli Stati Uniti non sarebbe illegale. Il tycoon è accusato di frode: il pagamento sarebbe stato effettuato da Michael Cohen, avvocato tuttofare di Trump dal 2006 al 2018, durante la campagna elettorale del 2016. Nel rimborsare i 130mila dollari a Cohen, Trump ha giustificato la somma versata come "spese legali".

Secondo la procura di Manhattan, ovvero l'accusa, il pagamento non sarebbe stato rendicontato in maniera corretta e questo costituirebbe una violazione delle norme sulle spese dei candidati politici. L'ex avvocato di Trump, durante un'udienza della settimana scorsa, ha ammesso di aver effettuato lui il pagamento e sostiene che il fatto contestato all'ex presidente sarebbe stato parte di un "piano" per ingannare gli elettori nel 2016.

Nell'udienza di ieri, la difesa ha scelto di non sentire Trump al "banco" e così si è chiusa la fase del processo in cui la giuria ascolta i testimoni. A questo punto, si attendono le arringhe finali del 28 maggio, dopo le quali la giuria dovrà deliberare sulla colpevolezza di Trump.

Gli altri processi a Trump

Come già detto, Trump è coinvolto in altri tre processi penali: quello sui documenti classificati nascosti nella propria villa Mar-a-Lago sarebbe dovuto iniziare il 20 maggio, ma la prima udienza è stato rinviata a data da destinarsi. L'accusa principale è quella di aver intenzionalmente portato dalla Casa Bianca alla propria residenza privata documenti che riguardavano la difesa nazionale statunitense, che costituirebbe una violazione della legge sullo spionaggio. Oltre alla possibilità che Trump abbia nascosto illecitamente questi documenti, il tycoon avrebbe anche ostacolato l'Fbi nel tentativo di recuperarli.

Alcuni documenti del processo pubblicati ieri hanno riportato che un giudice federale, Beryl Howell, scriveva già a marzo 2023 (vari mesi prima del rinvio a giudizio di Trump per questo processo, a luglio dello stesso anno) che c'erano importanti prove del fatto che l'ex presidente avesse portato intenzionalmente i documenti classificati nella propria residenza privata.

Gli altri due processi a Trump riguardano le elezioni presidenziali del 2020. In uno, Trump è accusato di aver cospirato per ribaltare il risultato elettorale in Georgia, dove aveva perso di poco più di 11mila voti: non è stata ancora decisa una data per la prima udienza e l'accusa ha chiesto di fissarla per agosto. L'altro procedimento riguarda la rivolta di Capitol Hill del 6 gennaio del 2021: Trump avrebbe esercitato pressioni sui funzionari per invertire i risultati, diffuso consapevolmente bugie su presunti brogli elettorali e tentato di sfruttare la rivolta del 6 gennaio per rimanere al potere, posticipando la certificazione della vittoria di Biden. Non è accusato, tuttavia, di aver incitato la rivolta stessa.

In entrambi questi casi, il processo potrebbe non avere luogo o essere interrotto dopo l'inizio delle udienze. Tutto dipende dall'esito delle elezioni: se Trump fosse eletto presidente per una seconda volta, infatti, tra i suoi poteri ci sarebbe la possibilità di darsi la grazia da solo e quindi di far decadere tutte le accuse contro di lui.

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