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È iniziato il processo a Donald Trump per frode, cosa rischia l’ex presidente americano

Donald Trump è a processo per frode, insieme ai suoi figli e alle sue aziende. Oggi si è svolta la prima udienza, e il processo proseguirà fino a dicembre. Potrebbero arrivare fino a 250 milioni di dollari di multa, oltre al divieto di fare affari nello Stato di New York: potenzialmente, un duro colpo per la reputazione del tycoon.
A cura di Luca Pons
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È iniziato il processo civile per frode ai danni di Donald Trump, dei suoi figli adulti e della Trump Organization. Nel complesso sono sei le accuse, dalla falsificazione di documenti finanziari alla frode assicurativa. In sostanza, ciò che sostiene la procuratrice generale di New York Letita James è che Trump e le sue aziende familiari abbiano gonfiato il valore del suo patrimonio fino a 3,6 miliardi di dollari: come conseguenza avrebbero ottenuto illegalmente almeno 250 milioni di dollari di prestiti bancari, di fatto truffando le banche.

Il processo, che Trump ha definito "una continuazione della più grande caccia alle streghe di tutti i tempi", potrebbe costare caro all'ex presidente degli Stati Uniti. È un processo civile, quindi non ci sarebbero conseguenze penali, ma il giudice ha già deciso la scorsa settimana che gli imputati sono perseguibili per frode. Si tratta ora di stabilire una sanzione: Trump e la famiglia potrebbero dover pagare una sanzione – la richiesta minima dell'accusa è di 250 milioni di dollari – e subire il divieto di gestire aziende nello Stato di New York. Per il presidente che si è costruito un'immagine da imprenditore di successo, potrebbe essere un duro colpo alla reputazione.

Per Trump il processo è una "caccia alle streghe" e il giudice è "un agente dei Democratici"

Alla prima udienza, che si è svolta oggi, Trump ha partecipato di persona. Poco prima di entrare in aula ha inviato un messaggio online ai suoi sostenitori: "Anche dopo tutto quello che mi ha fatto il Deep State, non rinuncerò mai all'America. Ricordatevi le mie parole: nel 2024 riconquisteremo la Casa Bianca", ha detto, ribadendo che le elezioni perse nel 2020 sono state "truccate" e attaccando "i repubblicani solo nel nome, i comunisti, i marxisti e i fascisti" che lo hanno ostacolato.

In queste settimane i sondaggi diffusi sulle primarie interne al Partito repubblicano lo vedono nettamente in testa: "Il motivo per cui sono incriminato è perché mi sono candidato. Stanno cercando di danneggiarmi per non farmi andare così bene come sto andando nelle elezioni". In più, l'ex presidente ha accusato la procuratrice James di "abusare della sua carica".

"Non importa quanto sei potente, non importa quanti soldi pensi di potere avere, nessuno è al di sopra della legge", ha dichiarato la procuratrice arrivando al tribunale di Manhattan: "Oggi proveremo il nostro caso in aula, sarà fatta giustizia". È comunque solo la prima udienza in un lungo processo. Il giudice Arthur Engoron (a sua volta accusato da Trump di essere "un agente del Partito democratico"), ha detto che si andrà avanti fino al 22 dicembre. D'altra parte, l'accusa ha presentato una lista di 28 testimoni, tra cui ci sono anche tre dei figli di Trump: Donald Jr., Eric e Ivanka. L'ex presidente sarà chiamato a testimoniare come penultimo, prima di un esperto di frodi nel mercato immobiliare. La difesa presenterà invece 127 testimoni.

Cosa dice l'accusa e come si difende Trump

Durante il processo, è stato mostrato un video dell'ex avvocato Michael Cohen, già collaboratore di Donald Trump. Proprio da lui è partita l'inchiesta. Cohen nel video ha ricordato come Trump volesse essere conosciuto come uno che aveva un certo patrimonio, e quindi fosse compito dello stesso Cohen e del direttore finanziario della Trump Organization rivedere il valore di tutte le sue proprietà per arrivare a quel valore.

La difesa di Trump, guidata dall'avvocato Christopher Kise, ha invece affermato che "ognuno ha un'opinione diversa sulla valutazione" delle proprietà e che questa è "l'essenza del mercato immobiliare commerciale, dove gli acquirenti hanno una visione, i venditori ne hanno un'altra, ma nessuno di loro ha torto". In più, secondo Kise molti banchieri testimonieranno che Trump era comunque un candidato valido per i prestiti che ha ricevuto, al di là di qualunque discrepanza nelle valutazioni. Lo stesso Trump aveva detto, entrando in aula: "Le banche sono state ripagate in tempo, nessun default, siamo stati clienti perfetti, le banche hanno avuto indietro i loro soldi".

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