“Ci ha svegliato il rumore dell’esplosione”: parla un cittadino di Isfahan, colpita dalle bombe Usa

"Il rumore dell'esplosione ci ha svegliati". A Fanpage.it un cittadino di Isfahan, una delle tre città iraniane colpite dai bombardamenti Usa la scorsa notte, racconta cosa è successo e come la Repubblica Islamica ha spiegato loro cosa stava succedendo. L'attacco americano ha preoccupato tutti i leader mondiali: gli Stati Uniti hanno colpito tre dei maggiori siti nucleari iraniani, sei bombe ‘bunker buster' sono cadute su Fordow e 30 missili Tomakawk su Natanz e Isfahan. Dalla Casa Bianca fanno sapere di "non essere in guerra con Teheran" ma di aver voluto "ritardare sostanzialmente" lo sviluppo di armi nucleari. Ma la popolazione del posto come hanno vissuto il bombardamento?
Lo spiega un cittadino di Isfahan, che per motivi di sicurezza resta anonimato: "Dopo un'ora dall'esplosione, abbiamo appreso la notizia solo tramite agenzie di stampa straniere indipendenti, connettendoci a una VPN, sebbene fosse prevedibile viste le notizie della sera prima, e avevamo sigillato completamente porte, finestre e prese d'aria secondo le indicazioni di Internet. La temperatura dell'aria ha raggiunto i 38 gradi durante il giorno. Dopo 8 ore dall'attacco, abbiamo appreso che non c'erano state perdite di materiale radioattivo, quindi abbiamo aperto le finestre e acceso l'aria condizionata".
Da qui i dubbi che la Repubblica Islamica possa non aver fornito le corrette informazioni: "In tv hanno poi annunciato che c'erano state esplosioni limitate e che gli Stati Uniti avevano fallito in questi attacchi, ma la gente non crede affatto alle notizie dei media nazionali. Internet è estremamente debole e questa mancanza di informazioni è la peggiore tortura. Minacciano costantemente attraverso la televisione di Stato di non filmare le esplosioni e gli incidenti e che se si inviano questi video ai media stranieri, si verrà condannati alla pena più severa. La possibilità di prelevare e trasferire denaro è stata offerta ieri mattina dopo una settimana, ma è stata nuovamente interrotta oggi. Anche se non sappiamo cosa accadrà, sono certo che se gli attacchi israeliani cesseranno, il governo ricorrerà a esecuzioni di massa, come durante la guerra Iran-Iraq, quando i nostri compagni di classe che erano politici scomparvero".
Seppure le bombe Usa hanno fatto preoccupare la popolazione, in molti non sono stati sorpresi. "Nel complesso – racconta ancora il cittadino di Isfahan – questi eventi, sebbene spaventosi, non erano inaspettati. Per me, la vita è sempre stata piena di sorprese fin dall'inizio. A causa delle azioni di questo governo, questo è successo comunque, e in questi 8 giorni le vittime civili sono state molto inferiori a quanto il governo temesse. Gli attacchi sembrano calcolati e precisi e, a essere onesti, ho più fiducia negli annunci degli eserciti israeliano e americano che nella televisione della Repubblica Islamica. Il fatto che Israele abbia preso di mira i centri delle forze dell'ordine e della repressione della Repubblica Islamica ha aperto finestre di speranza per le giovani generazioni. Tuttavia personalmente non sono contento che i miei figli indifesi vengano gravemente feriti di fronte a questo governo spietato, ma questi giovani sono una generazione diversa, e forse hanno ragione. La mia unica speranza è che anche questa generazione non venga rovinata e che tutti questi costi e rischi finiscano con la fine di questo governo islamico e dei mullah".