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Chiesa e famiglia, cinque cardinali contro Papa Francesco: “No alla comunione ai divorziati”

In attesa del sinodo dei vescovi sulla famiglia, che si terrà ad ottobre, cinque cardinali e quattro studiosi tentano di negare le aperture del Papa alla comunione ai divorziati: “Cristo proibisce senza ambiguità divorzio e successive nuove nozze sulla base del piano originale di Dio”.
A cura di Davide Falcioni
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"Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica": è il titolo di un libro in uscita il primo ottobre in vista del sinodo dei vescovi sulla famiglia. Gli autori del volume sono cinque cardinali e quattro studiosi il cui obiettivo è "opporsi" alle aperture di Papa Francesco sulla comunione ai divorziati. Il pontefice lo scorso febbraio aveva sostenuto le posizioni di un altro cardinale, Walter Kasper, secondo cui è necessario che la chiesa riesca a conciliare "fedeltà e misericordia di Dio nella sua azione pastorale riguardo ai divorziati risposati con rito civile". Si tratta di un punto cardine del Concistoro, voluto da Francesco in vista del Sinodo che si terrà ad ottobre. Il tema? Le "sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione".

I cardinali: "Gesù proibisce senza ambiguità divorzio e successive nuove nozze"

Ma torniamo al libro dei cinque "dissidenti": il volume intende chiudere ogni possibilità di "discussione" sul tema della comunione ai divorziati, smentendo di fatto le tesi di Kasper e le aperture del Santo Padre. Il curatore del testo, Robert Dodaro (dirigente dell’Istituto patristico Augustinianum di Roma) espone nella sua introduzione le ragioni del "no": "Gli autori di questo volume sono uniti nel sostenere fermamente che il Nuovo Testamento ci mostra Cristo che proibisce senza ambiguità divorzio e successive nuove nozze sulla base del piano originale di Dio sul matrimonio disposto da Dio in Gen. 1,27 e 2,24". Ma ancora, replicando direttamente a Kasper: "La soluzione “misericordiosa” al divorzio sostenuta dal cardinale Kasper non è sconosciuta nella Chiesa antica, ma di fatto nessuno degli autori giunti a noi e che noi consideriamo autorevoli la difende. Anzi, quando la accennano, è piuttosto per condannarla come contraria alla Scrittura. Non c’è niente di sorprendente in questa situazione: gli abusi ci possono essere occasionalmente, ma la loro mera esistenza non garantisce che non siano abusi, tanto meno che siano modelli da seguire". Infine: "La pratica ortodossa orientale attuale della oikonomia nei casi di divorzio e seconde nozze ha origine per lo più nel secondo millennio, e sorge in risposta alla pressione politica degli imperatori bizantini sulla Chiesa".

Chi sono i cinque cardinali

La chiusura, dunque, appare senza appello, tanto più che tra i cinque cardinali c'è anche Gerhard Ludwig Müller, il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, nominato da Papa Benedetto XVI, nel 2012, e fatto cardinale nel Concistoro di febbraio. Si tratta, per intenderci, del "custode" dell'ortodossia cattolica. Gli altri cardinali firmatari del volume e scettici nei confronti di un'apertura alla comunione ai divorziati sono Walter Brandmüller, presidente emerito del Pontificio Comitato di scienze storiche; Raymond Leo Burke, prefetto della Segnatura apostolica; Velasio De Paolis, presidente emerito della prefettura degli affari economici; Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna e uno dei teologi più vicini a san Giovanni Paolo II. I cinque scrivono: "La misericordia di Dio non ci dispensa dal seguire i suoi comandamenti. Quindi, il matrimonio civile che segue al divorzio implica una forma di adulterio, e rende moralmente impossibile ricevere l’eucarestia (1 Cor. 11,28), a meno che la coppia non pratichi la continenza sessuale. Queste non sono regole inventate dalla Chiesa – affermano -, esse costituiscono la legge divina e la Chiesa non può cambiarle".

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