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Emorragia fatale, Davide muore sotto i ferri: i medici hanno consumato 140 sacche di sangue

Inaspettate complicanze e una forte emorragia hanno stroncato Davide Zanon, di Villafranca Padovana. Il ragazzo era stato ricoverato per un intervento all’apparenza semplice: la rimozione di alcune placche metalliche. La comunità è sconvolta e i genitori vogliono sapere come sia potuto succedere.
A cura di Biagio Chiariello
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Daniele Zanon, 17enne di Villafranca Padovana, studiava per diventare meccanico e amava nuotare. Quell’intervento era stato programmato anche per poter riprendere al cento per cento la sua passione. Un'operazione tanto attesa che ha invece portato ad una tragedia immane. Ha sconvolto un'intera comunità la scomparsa di Daniele, di Taggì di Sopra, morto a inizio settimana all'ospedale di Padova. Il giovane era stato operato perché aveva lo sterno incavato, una malformazione che aveva dalla nascita. L'intervento era andato bene, e a distanza di un anno si trattava di fare un secondo intervento per la rimozione di una protesi. Un’operazione all’apparenza semplice, ma invece qualcosa è andato storto, portando alla più drammatica delle conseguenze. In particolare, Daniele ha sofferto di un'importante emorragia interna e viste le gravi condizioni è stato disposto il trasferimento in un altro reparto dove è rimasto fino alla mattina di martedì, quando ne è stata dichiarato il decesso. Per cercare di tenerlo legato alla vita, i medici hanno consumato ben 140 sacche di sangue in poche ore. Sul corpo sarà eseguita l'autopsia, come disposto dall'ospedale e richiesto dalla famiglia.

Ora il padre Dario ha presentato una denuncia ai carabinieri di Limena. Secondo la sua ricostruzioni, le protesi era state inserite nel 2017 (due barre, una in posizione orizzontale, l’altra obliqua) per tenere la cassa toracica in posizione corretta e consentire agli organi di trovare spazio. Tuttavia entro dicembre avrebbero dovuto essere rimosse perché una si era sganciata. Il 17enne accusava forti dolori negli ultimi mesi e tosse persistente. “Non riusciva a fare nulla che non gli provocasse questa forte tosse e non riusciva a respirare bene” spiega l’uomo. Il dramma martedì pomeriggio: “Arriva il professor Gamba e ci riferisce che sono stati costretti ad aprire il torace in quanto si era formata un’aderenza tra una delle barre con una parte di polmone con la vena aorta e il pericardio. Aderenza che con l’estrazione della barra aveva causato danni … e un’emorragia”. I familiari ora vogliono la verità.

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