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Emanuela Orlandi, il Vaticano: “Dossier falso e ridicolo”. Il fratello: “Il Papa ci aiuti”

“Falso e ridicolo”: così, senza commentare oltre, il portavoce della Santa Sede ha definito il documento pubblicato da Fittipaldi su Emanuela Orlandi. Intanto la famiglia della giovane scomparsa chiede un incontro col Segretario di Stato Vaticano.
A cura di Susanna Picone
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L’uomo che ha recentemente fatto ritrovare il flauto che apparteneva alla cittadina vaticana scomparsa quasi trenta anni fa continua a fare rivelazioni che, se confermate dalle indagini, potrebbero portare alla svolta decisiva sul caso.

Materiale “falso e ridicolo”. Con queste parole il direttore della Sala Stampa Vaticana, Greg Burke, ha commentato la pubblicazione di un documento, che sarebbe uscito dalla Santa Sede, con oggetto “Resoconto sommario delle spese sostenute dallo Stato Città del Vaticano per le attività relative alla cittadina Emanuela Orlandi (Roma 14 gennaio 1968)”. Un documento che riporta un elenco di presunte spese che il Vaticano avrebbe sostenuto per gestire la vicenda legata alla giovane sparita nel 1983, quando aveva 15 anni. Alle parole pronunciate dal direttore della Sala stampa si aggiungono quelle della Segreteria di Stato vaticana che allo stesso modo parla di notizie “del tutto false e prive di fondamento”. “False pubblicazioni, che non solo ledono l'onore della Santa Sede ma riacutizzano il dolore immenso della famiglia Orlandi, alla quale la Segreteria di Stato ribadisce la sua partecipata solidarietà”, così il Vaticano in una nota diffusa nella serata di ieri per commentare appunto i presunti documenti citati nel libro del giornalista Emiliano Fittipaldi. “La Segreteria di Stato – puntualizza ancora la nota vaticana – smentisce con fermezza l'autenticità del documento e dichiara del tutto false e prive di fondamento le notizie in esso contenute”.

L'appello della famiglia di Emanuela Orlandi a papa Francesco – Intanto Pietro Orlandi – il fratello di Emanuela che mai si è arreso nel cercare la verità sulla scomparsa di sua sorella – mentre dalla Santa Sede si affrettavano a smentire ha commentato su Facebook le ultime notizie sul caso e sul presunto dossier: “Il muro sta cadendo”, ha scritto condividendo un articolo sul suo profilo. E adesso la famiglia – alla luce del documento emerso nelle ultime ore – ha chiesto un incontro con il Segretario di Stato Vaticano, “con serenità, non contro ma per cercare insieme la verità”. “Papa Francesco dice sempre che la verità non è negoziabile, vorremmo cercarla insieme”, ha commentato con l’Ansa l'avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia. “Non sappiamo se sia vero o falso. In entrambi i casi riteniamo sia una cosa grave. Per questo rinnoviamo la nostra richiesta di confronto con la Santa Sede”, così ancora l’avvocato. “Io ho sempre creduto che mia sorella fosse stata portata in un convento o in un luogo segreto. Ecco perché mi appello a Papa Francesco affinché utilizzi questo documento per fare luce e per dirci la verità. Lui ha sempre affermato: costruiamo ponti, non alziamo muri”. È quanto ha detto in un’intervista lo stesso fratello di Emanuela all'indomani della scoperta del presunto dossier. “Vorrei ricordare che Emanuela è cittadina vaticana, per la Santa Sede dovrebbe essere una priorità scoprire che cosa è davvero accaduto. Sono convinto che se Papa Francesco liberasse tutti dal segreto, finalmente noi sapremmo che cosa hanno fatto a mia sorella. In Vaticano ci sono moltissime persone che lo sanno ma non possono rivelarlo”, così ancora Pietro Orlandi.

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