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Seattle dice sì all’Amazon tax, l’imposta sulle grandi aziende per aiutare i senzatetto

Il consiglio comunale di Seattle, negli Stati Uniti, ha approvato la “Amazon tax”, che prevede un’imposta di 275 dollari l’anno per ogni dipendente delle aziende con almeno 20 milioni di ricavi annuali, così da raccogliere 50 milioni di dollari l’anno. Ira di Amazon, che si dice “delusa” e “preoccupata”.
A cura di Susanna Picone
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Il consiglio comunale di Seattle, negli Stati Uniti, ha approvato la cosiddetta “Amazon tax”, cioè l'imposta sulle grandi aziende per aiutare i senzatetto. Con un voto di nove a zero, il provvedimento passa ora alla sindaca della città, Jenny Durkan, che ha espresso perplessità sulla misura e si è riservata il diritto di veto. L’Amazon tax prevede un'imposta di 275 dollari l'anno per ogni dipendente di un'azienda che realizza almeno 20 milioni di ricavi annuali. Da gennaio 2019, l'ordinanza potrebbe interessare il 3 percento delle aziende presenti a Seattle per un totale, secondo una stima del consiglio comunale, di 585 compagnie. La tassa punta a raccogliere 50 milioni di dollari l'anno per aiutare i senzatetto. I soldi racconti verranno utilizzati in particolare per costruire case popolari e per finanziare progetti di assistenza ai senzatetto.

Immediata le replica di Amazon: “Delusi dal provvedimento” – Dopo il primo via libera del consiglio comunale Amazon – che a Seattle ha la propria sede e garantisce lavoro a circa 45mila persone – ha replicato dicendosi “delusa”. In una nota il colosso dell’e-commerce creato da Jeff Bezos ha fatto sapere di essere “preoccupato dal futuro creato dall'approccio ostile e dalla retorica del consiglio comunale, che ci costringe a porci domande sulla nostra futura crescita” nella città. Drew Herdener, vicepresidente di Amazon, ha inoltre fatto notare come la crescita delle entrate della città abbia superato quella della popolazione: “Seattle non ha un problema di entrate, il problema è l’efficienza della spesa”. Già nei giorni scorsi, prima di conoscere la sorte del provvedimento, Amazon aveva sospeso i lavori per l’ampliamento della propria sede. Al coro dei no all'introduzione della nuova tassa si erano inoltre unite altre 131 grandi compagnie del territorio.

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