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Pensioni

Quando pagano le pensioni a gennaio 2024, date in calendario e ultime novità

Le prossime pensioni verranno accreditate il 3 gennaio 2024 sui conti corrente. Invece, coloro che abitualmente le ritirano agli sportelli postali in contanti potranno farlo dal 3 gennaio all’8 gennaio 2024. Vediamo che novità ci saranno il prossimo anno in ambito pensionistico.
A cura di Daniela Brucalossi
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Le prossime pensioni potranno essere ritirate in contanti agli sportelli postali dal 3 gennaio all'8 gennaio 2024, secondo la turnazione alfabetica consigliata e affissa fuori dagli uffici. Invece, i pensionati che hanno scelto l'accredito su conto corrente, libretti di risparmio, conti BancoPosta, Postepay Evolution, carte Postamat o carte libretto, vedranno l'accredito dell'assegno il 3 gennaio 2024.

Nel prossimo anno, l'indice individuato dal ministero dell'Economia per la rivalutazione delle pensioni allo scopo di contrastare l'inflazione sarà più basso di quello del 2023. È  stato fissato al 5,4% contro il 7,3% dello scorso anno ma, in ogni caso, comporterà un sensibile aumento degli importi. Anche quest'anno, la rivalutazione sarà tagliata al crescere degli assegni, con un'ulteriore stretta. La rivalutazione delle pensioni sopra 10 volte il minimo passerà dal 32% (di 5,4%) al 22%.

Nel 2024, inoltre, rimarranno invariate le regole per la pensione di vecchiaia prevista dalla Legge Fornero (67 anni di età con almeno 20 anni di contributi versati). La nuova Legge di Bilancio, invece, applica una stretta sulle varie tipologie di pensione anticipata, come quella prevista dalla Legge Fornero, Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna. L'esecutivo ha previsto anche una "pace contributiva" per riscattare, nel corso del biennio 2024-2025, eventuali buchi previdenziali per un periodo massimo di cinque anni.

Pensioni di gennaio 2024, il calendario dei pagamenti di Poste Italiane

Le pensioni di questo mese saranno erogate in contanti alle poste a partire da mercoledì 3 gennaio fino a lunedì 8 gennaio 2024. All'esterno degli sportelli potrebbe essere affissa una turnazione alfabetica consigliata per il ritiro che segue quest'ordine:

  • cognomi dalla A alla C: mercoledì 3 gennaio 2024;
  • cognomi dalla D alla K: giovedì 4 gennaio 2024;
  • cognomi dalla L alla P: venerdì 5 gennaio 2024;
  • cognomi dalla Q alla Z: lunedì 8 gennaio 2024.

Pagamento pensioni di gennaio 2024 in banca

Come indicato dall'Inps, i titolari di pensione che hanno scelto di ricevere il trattamento mediante accredito bancario su conto corrente, libretto di risparmio, conto BancoPosta, Postepay Evolution, carta Postamat o carta libretto lo vedranno erogato mercoledì 3 gennaio.

Come controllare il cedolino della pensione di gennaio 2024

Il cedolino della pensione può essere controllato con l'aiuto di un Caf oppure online, autonomamente. È sufficiente:

  • effettuare l'accesso alla propria sezione personale sul portale Inps tramite Pin, Spid, Carta d'Identità Elettronica (Cie) o Carta Nazionale dei Servizi (Cns);
  • cliccare su MyInps;
  • entrare nella sezione "Prestazioni e servizi";
  • cliccare su "Cedolino pensione e servizi collegati”.

Come cambiano le pensioni con la manovra di bilancio 2024

Nel 2024, rimarranno invariate le regole per la pensione di vecchiaia prevista dalla Legge Fornero (67 anni di età con almeno 20 anni di contributi versati). La nuova Legge di Bilancio, invece, applica una stretta sulle varie tipologie di pensione anticipata.

Per quanto riguarda la pensione anticipata prevista dalla Legge Fornero (42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, a prescindere dall’età anagrafica), l'importo minimo del trattamento previdenziale per potervi accedere si alza da 2,8 volte a 3 volte l'assegno sociale. La soglia viene ridotta a 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte per le donne con due o più figli. L'importo di questo tipo di pensione anticipata non potrà essere superiore alle 5 volte il minimo Inps, finché il pensionato non raggiungerà i 67 anni di età. Infine, sarà introdotta una finestra di tre mesi tra la maturazione di tutti i requisiti richiesti e l'erogazione della prima mensilità.

Verrà prorogato anche per il prossimo anno il regime di Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi) ma gli importi saranno più bassi perché verranno calcolatti interamente con il metodo contributivo e non più con il sistema misto. Inoltre, l'importo massimo erogato sarà pari a quattro volte la pensione minima, ovvero 2.394 euro lordi al mese. Questo limite potrà alzarsi solo dopo che il titolare avrà compiuto 67 anni di età. Cambieranno anche le finistre di attesa per lasciare il lavoro per coloro che scelgono di usufruire di Quota 103: da tre a sette mesi per il settore privato e da sei a nove mesi per il pubblico.

Per quanto riguarda l'Ape sociale – la possibilità, per alcune categorie di lavoratori, come disoccupati, invalidi e caregiver di andare in pensione anticipata – si alzerà l'età minima per potervi accedere: da 63 anni a 63 anni e 5 mesi. Il numero di anni di contributi richiesto resterà lo stesso, variando in base alla categoria di cui si fa parte.

Anche per Opzione Donna – destinata alle caregiver che assistono un coniuge o un parente di primo grado da sei mesi, alle invalidi civili al 74%, alle lavoratrici licenziate o alle dipendenti di aziende in crisi – si alzerà l'età minima: dai 60 ai 61 anni. Che diventeranno 60 per le donne con un figlio e 59 per le donne con due figli.

Per quanto riguarda alcune categorie di dipendenti pubblici – medici e infermieri, ufficiali giudiziari, dipendenti degli enti locali, insegnanti della scuola materna ed elementare – dopo le proteste delle scorse settimane, il governo ha deciso di limitare in parte i tagli previsti nella prima bozza della Manovra. Coloro che l'anno prossimo raggiungeranno i requisiti per la pensione di vecchiaia (67 anni di età e 20 di contributi) non vedranno nessuna riduzione. Ci saranno dei tagli invece, sulle pensioni anticipate. L'esecutivo, infatti, ha deciso un taglio alla parte contributiva degli assegni fino al 25%.

I medici hanno un'ulteriore opzione a disposizione: chi raggiungerà i requisiti per la pensione di anzianità contributiva ma continuerà a lavorare potrà compensare man mano il taglio dell'assegno. La riduzione sarà cancellata completamente dopo tre anni.

I lavoratori che rientrano nel regime contributivo puro potranno usufruire della pace contributiva per riscattare, nel corso del biennio 2024-2025, eventuali buchi previdenziali per un periodo massimo di cinque anni (ma solo nel lasso di tempo compreso tra il  1° gennaio 1996 e 31 dicembre 2023). Non potranno usufruire della pace contributiva coloro che ricadono nel sistema misto e in quello retributivo. Il pagamento del riscatto potrà essere rateizzato in dieci anni.

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