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Rivalutazione pensioni 2024, la tabella degli aumenti fascia per fascia: chi ci guadagna di più

Dal primo gennaio 2024 scatta la rivalutazione delle pensioni, ma con aumenti differenti a seconda dell’assegno percepito: ecco la tabella con tutte le fasce e gli importi.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il 2024 è alle porte e, come sempre quando l'inflazione morde, i milioni di pensionati italiani si aspettano un aumento dell'assegno con la rivalutazione. Quest'anno l'indice individuato dal ministero dell'Economia sarà leggermente più basso dello scorso – è stato fissato temporaneamente al 5,4% – ma comporterà un sensibile ritocco verso l'alto degli importi per tutti i pensionati. Come nel 2023, però, il governo ha deciso di tagliare la rivalutazione al crescere degli assegni: secondo una tabella ben precisa – che divide i percettori in fasce – la percentuale sarà più bassa per chi già riceve un importo più alto. Solo chi prende un trattamento fino a quattro volte la minima riceverà la perequazione piena.

Le fasce per la rivalutazione delle pensioni 2024

Con la legge di Bilancio, il governo ha deciso di rivedere gli importi della rivalutazione delle pensioni. Di fatto, l'esecutivo ha confermato la linea di taglio dello scorso anno, con un ulteriore inasprimento per gli assegni più alti (che passano dal 32% al 22%). Come dicevamo, la perequazione piena arriverà solo per chi ha una pensione fino a quattro volte la minima. Questo è lo schema contenuto in manovra:

  • fino a 4 volte la pensione minima (sotto i 2.102 euro), rivalutazione del 100%;
  • tra 4 e 5 volte la pensione minima (tra i 2.102 e i 2.627 euro), rivalutazione dell'85%;
  • tra 5 e 6 volte la pensione minima (tra i 2.627 e i 3.152 euro), rivalutazione del 53%;
  • tra 6 e 8 volte la pensione minima (tra i 3.152 e i 4.203 euro), rivalutazione del 47%;
  • tra 8 e 10 volte la pensione minima (tra i 4.203 e i 5.254 euro), rivalutazione del 37%;
  • sopra le 10 volte la pensione minima (sopra i 5.254 euro), rivalutazione del 22%.

Quanto crescono gli assegni e chi ci guadagna

Una volta capito qual è il tasso di rivalutazione applicato, bisogna effettuare i calcoli sulla base dell'indice di adeguamento all'inflazione fissato dal governo: il 5,4%. Questo significa che lo schema diventa il seguente:

  • chi ha una pensione fino a 4 volte la minima beneficerà di un aumento pieno del 5,4%;
  • chi ha una pensione tra 4 e 5 volte la minima beneficerà di un aumento del 4,6%;
  • chi ha una pensione tra 5 e 6 volte la minima beneficerà di un aumento del 2,9%;
  • chi ha una pensione tra 6 e 8 volte la minima beneficerà di un aumento del 2,5%;
  • chi ha una pensione tra 8 e 10 volte la minima beneficerà di un aumento del 2,0%;
  • chi ha una pensione sopra le 10 volte la minima beneficerà di un aumento dell'1,2%.

Facciamo qualche esempio: chi ha una pensione di 1000 euro (e rientra nella prima fascia) avrà un aumento pieno del 5,4%, quindi di 54 euro lorde al mese; chi ne percepisce 2500 (e rientra nella seconda fascia) avrà un aumento del 4,6%, quindi di 115 euro lorde al mese; chi ne percepisce 3000 (e rientra nella terza fascia) avrà un aumento del 2,9%, quindi 87 euro lorde al mese; così via con le percentuali di rivalutazione sempre più basse.

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