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Mutui alle stelle e rate in crescita, gli scenari e i consigli dell’esperto su come difendersi

I costi dei mutui da diversi mesi hanno ripreso a salire con una curva ascendente che al momento non accenna a diminuire. Degli eventuali scenari e delle possibili contromisure ne abbiamo parlato col professore Luca Mocarelli, Ordinario di Storia economica all’Università di Milano-Bicocca.
Intervista a Luca Mocarelli,
Professore Ordinario di Storia economica all’Università di Milano-Bicocca.
A cura di Antonio Palma
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A causa dell’inflazione e del conseguente aumento dei tassi di interesse decisi dalla banca centrale, i costi dei mutui da diversi mesi hanno ripreso a salire con una curva ascendente che al momento non accenna a diminuire. Nei giorni scorsi uno studio della Fibe ha lanciato un nuovo allarme, spiegando che a questi ritmi gli interessi sui mutui ipotecari si avviano a sforare la soglia del 5% che metterebbe a dura prova la sostenibilità finanziaria del debito delle famiglie che già hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile e renderebbe quasi impossibile ai giovani comprare una casa.

Degli eventuali scenari e delle possibili contromisure ne abbiamo parlato col professore Luca Mocarelli, Ordinario di Storia economica all’Università di Milano-Bicocca ed esperto di dinamiche del comparto immobiliare.

Professore, la Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) nei giorni scorsi ha lanciato un allarme sull’andamento dei mutui alla luce dell’ultimo rialzo dei tassi da parte della Bce. In particolare si calcola che i tassi su mutui sforeranno il tetto del 5 per cento. È un allarme concreto per le famiglie che hanno acquistato casa o che vogliono farlo?

Il fatto che ci sarebbe stato un rialzo dei tassi dei mutui era una cosa attesa. Non è un fulmine a ciel sereno perché è una conseguenza del deterioramento della situazione economica generale arrivata in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. Il vero problema infatti è che questo ha portato a un aumento fortissimo dei costi dell’energia che sono la componente molto importante dei prezzi. Del resto noi siamo usciti da un decennio di inflazione zero e con tassi bassissimi. Addirittura c’è stato un momento in cui i tassi erano negativi. Ora noi siamo passati di botto da quella situazione a una inflazione come non si vedeva in Italia da decenni perché ormai siamo a una inflazione a due cifre. È chiaro che in questo scenario, quello che hanno già iniziato a fare gli Stati Uniti da tempo, ora lo sta facendo anche la Bce e cioè raffreddare la crescita di prezzi aumentando il costo del denaro. Dal momento in cui le rate dei mutui a tasso variabile sono legati all'Euribor (il tasso interbancario di riferimento in Europa, ndr) e questo sale, salgono anche le rate.

Quanto può durare questo scenario?

Il vero problema è proprio che nessuno sa ancora dire se questa è una cosa temporanea o meno. Quelli più ottimisti dicono che si tratta di una fiammata dell’inflazione legata a una situazione contingente, per cui si aspettano un rientro dell’inflazione su un livello già più basso a partire dalla seconda metà del 2023. Altri invece dicono che la situazione è più complessa e non è detto che già nel 2023 ci sia un ribasso. Il fatto è che finché i costi dell’energia non ripiegano in modo significativo il problema rimane. Pur con tassi alti, però, è anche vero che ci siamo dimenticati che negli anni ’70, con lo shock petrolifero causato da un’altra guerra, noi abbiamo convissuto per un decennio con tassi molto più alti perché l’inflazione aveva superato il 20 per cento all’anno. Dal punto di vista psicologico in realtà c’è stato un contraccolpo forte perché le persone e le famiglie venivano di fatto da anni in cui l’inflazione non c’era e ora lo scenario è cambiato di colpo. In definitiva si può dire che l’aumento è in atto e si vede ma dire quando continuerà e che livello e dimensione potrà raggiungere è un discorso molto più difficile. Il fatto è che ci sono ragioni molto concrete dietro questo scenario, chi fa delle previsioni si basa molto su quanto accadrà in Ucraina: gli ottimisti pensano che tutto si sistemerà il prossimo anno ma se così non fosse, la situazione cambia completamente. Siamo dunque in una situazione molto in divenire con esiti altamente incerti.

Si è avanzata l’ipotesi che potremmo trovarci davanti a uno scenario da subprime in Europa facendo un parallelo con la corsa dei tassi del 2008. Quali son le prospettive secondo lei?

I tassi del 2008 arrivavano da una situazione completamente diversa perché era un discorso di crisi sistematica del sistema bancario legato alla speculazione finanziaria e tanto è vero che sono intervenuti gli Stati a cominciare dagli Usa che hanno salvato tante banche dal possibile fallimento dovuto alle esposizioni in cui si erano venute a trovare per le operazioni sciagurate fatte. Questa di oggi è una crisi che ha delle origini molto più reali e concrete. Dal punto di vista delle prospettive, proprio perché ci sono ragioni oggettive, dipenderà da come evolverà la congiuntura internazionale. Per l’Italia il fatto di trovarsi ancorata a una moneta comune come l’Euro è un’ancora di salvezza mostruosa perché questa è la classica situazione che, se ci fosse stata la lira, altro che inflazione attuale, avremmo avuto una situazione enormemente peggiore.

Secondo Christine Lagarde, l’inflazione è ancora troppo alta nell’area dell’euro e dunque la Bce prevede un ulteriore aumento dei tassi di interesse a breve

Sicuramente aumenteranno ancora un po’. Gli Stati Uniti li stanno già aumentano da più di un anno e con interventi molto più significativi di quelli della Bce. Il vero problema è che se dovesse deteriorarsi la situazione, a quel punto anche la Banca Centrale Europa sarà costretta a fare degli interventi più significativi. Anche loro però si stanno muovendo con i piedi di piombo perché è veramente difficile riuscire e prevedere cosa succederà.

Come possono difendersi le famiglie che vogliono accendere un mutuo?

Per quanto riguarda i mutui bisogna parlare anche di convenienza rispetto ad altre soluzioni alternative. Perché ad esempio a Milano sono aumentati talmente tanto gli affitti che comunque anche con mutui crescenti e con rate in aumento conviene ancora fare un mutuo rispetto al pagare l’affitto, se c’è la possibilità. L’unica cosa che si può dire dal punto di vista pratico, in una situazione di questo tipo, è quella di scegliere dei mutui dove sia possibile passare da una forma all’altra, cioè dal variabile al fisso, e muoversi in base a come evolve la situazione. Il fatto è che, soprattutto nei mutui a lungo termine come quelli a 20 o 30 anni, è chiaro che qualsiasi soluzione si scelga ci sarà un momento in cui la soluzione non è conveniente perché non si può pensare che ci possa essere una stabilità totale perenne.

Per i giovani che vogliono aprire un mutuo per una casa la Fibe propone di prorogare le agevolazioni fiscali azzerando ogni tipo di imposta e potenziando il Fondo di garanzia. Quali sono secondo lei le contromisure?

Sono misure valide ma purtroppo nessuna è a costo zero e comportano una spesa non indifferente. In questo scenario è chiaro che per i giovani l’acquisto della casa diventa una cosa praticamente impossibile. Trovare delle forme di sostegno sarebbe sicuramente utile come ad esempio anche banalmente aumentare la percentuale sul pagamento delle rate del mutuo da poter portare in detrazione. Il vero problema però è che sono stati già messi in bilancio decine di miliardi di euro destinati a tenere basse le bollette dell’energia e non ci sono tutte queste risorse da utilizzare per fare interventi di questo tipo. Diventa una scelta politica stabilire quelle delle due sia la priorità.

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