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Manovra, slitta l’assegno unico per i figli a carico: “Non ci sarà nel 2020”

L’assegno unico per le famiglie con figli a carico rimane un obiettivo per il governo, ma non verrà messo in campo già con questa legge di Bilancio e quindi slitterà almeno al 2021. Mentre in quello stesso anno andrà a scadenza la quota 100 che, come assicura parlando della manovra e della Nota di aggiornamento al Def il viceministro all’Economia Antonio Misiani, non verrà rinnovata.
A cura di Stefano Rizzuti
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Al Senato è ripresa la discussione sulla Nota di aggiornamento al Def, con la risoluzione di maggioranza che è stata approvata con 169 voti favorevoli. Per il governo interviene il viceministro all’Economia, Antonio Misiani, annunciando che l’assegno unico per le famiglie, una misura per chi ha figli a carico, rimane un obiettivo, ma non verrà inserito nella prossima legge di Bilancio. Il che vuol dire che, quindi, slitterà e non verrà messo in campo già nel 2020. “Le politiche per il sostegno alle responsabilità familiari rappresentano una strategia di lungo respiro che vogliamo ampliare con più strumenti, con il riordino e la semplificazione dei diversi strumenti. Abbiamo vari bonus, non un assegno unico a sostegno dei figli a carico come in Germania, Francia, Gran Bretagna. Il riordino di questi strumenti è l'obiettivo di medio periodo perché è un tema di grande complessità: non riusciremo ad affrontarlo in questa legge di bilancio”, spiega Misiani in Aula.

Il riordino dei bonus per la famiglia oggi esistenti viene quindi rinviato almeno di un anno: sfuma per ora l'assegno unico. Misiani parla anche degli altri temi della prossima legge di Bilancio: “Non ci saranno condoni in questa manovra, a differenza delle precedenti: chiudere la stagione di condoni e sanatorie è una delle misure più forti per il recupero di un ammontare di evasione che è elemento di ingiustizia sociale e sleale concorrenza degli attori”. Non ci sarà, inoltre, “nessuna tassa sul contante, nessuna misura restrittiva sui consumatori ma c'è la volontà di incentivare i pagamenti elettronici”.

La quota 100 non verrà rinnovata nel 2021

Altro tema affrontato è quello della quota 100, l’anticipo pensionistico introdotto dallo scorso governo: “Sta costando molto meno, le domande sono il 35% in meno rispetto alle previsioni. È intenzione del governo non rinnovare questa che è una misura strumentale e mandarla alla scadenza nel 2021. Abbiamo in mente un modello di flessibilità del sistema pensionistico diverso e ne discuteremo con le parti sociali”.

Manovra, l’Iva e i fondi alla sanità

Il viceministro dell’Economia si sofferma anche sull’Iva, spiegando che il governo non si limiterà a disattivare le clausole di salvaguardia nel 2020, ma vuole ridurla “in misura molto consistente negli anni successivi. Puntiamo a lasciare alla prossima legge di Bilancio un’eredità meno pesante di quello che ci siamo trovati a fronteggiare”. Per quanto riguarda il tema della sanità, Misiani rivendica la scelta del governo di “salvaguardare il sistema sanitario nazionale, garantendo i due miliardi stanziati per il 2020 e un miliardo aggiuntivo nel 2021. Negli anni quei fondi erano sempre stati abbassati, quest'anno non accadrà: è l'aumento più elevato dal 2010 del fondo sanitario nazionale. Una scelta politica precisa”.

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